La bufala del manifesto per il 25 aprile che mette nelle foibe Lega e M5S

Chiamiamola pure con il suo nome. Bufala. Per di più sovranista e volta a gettare una macchia sul corteo per il 25 aprile a Roma Est. C’è un errore storico clamoroso alla base di quanto scritto da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia a partire dal deputato Federico Mollicone, fino ad arrivare al vertice del partito, Giorgia Meloni. Nessuno ha riconosciuto nel manifesto 25 aprile esposto nel quartiere di Centocelle l’opera d’arte di Ettore Vitale – storico designer che ha curato il restyling dei simboli per la comunicazione del Partito Socialista negli anni Settanta – realizzata nel 1973 proprio per il PSI.

Manifesto 25 aprile, l’attacco di Giorgia Meloni contro Azione Antifascista Roma Est

Secondo la versione offerta dagli esponenti di Fratelli d’Italia, il comitato Azione antifascista Roma Est avrebbe realizzato un manifesto raffigurante una «foiba», all’interno della quale inserire due riferimenti al governo Lega e M5S (una striscia gialla e una striscia verde).

Addirittura, Giorgia Meloni aveva richiesto l’intervento della sindaca Virginia Raggi per rimuovere il manifesto. Nella serata di ieri, tuttavia, era arrivata immediatamente la smentita del comitato Azione Antifascista Roma Est, che aveva spiegato l’origine del manifesto: «Le parole scritte dalla signora Giorgia Meloni, segretaria di FdI, e dal capogruppo in commissione cultura, Federico Mollicone, del medesimo partito, sono evidentemente frutto di una loro fantasia. Oppure faziose manipolazioni volte a strumentalizzare un corteo territoriale antifascista e autonomo a fini elettorali».

Manifesto 25 aprile, la spiegazione

I promotori della manifestazione del 25 aprile a Centocelle, infatti, hanno spiegato che il loro manifesto si ispira alla celebre opera di Ettore Vitali, realizzata per promuovere la giornata della Liberazione del 1973. Nel manifesto originale c’era solo un’onda rossa che si schiantava – creando una breccia al suo interno – contro un muro nero. Un’opera minimalista e geniale, come i diversi simboli realizzati da un graphic designer nato nel 1936, famoso in tutto il mondo, vincitore del Compasso d’Oro e docente della materia all’Università La Sapienza di Roma.

All’originale, i promotori dell’iniziativa hanno aggiunto semplicemente due strisce gialle e verdi, destinate a simboleggiare il nastro adesivo che tenta – oggi – di tenere insieme il cadente muro nero colpito dall’onda rossa. Nessun riferimento alle foibe, nessun rigurgito negazionista. Soltanto il tentativo di gettare discredito – sfruttando l’ampia visibilità dei social network – su una giornata, quella del 25 aprile, che in molti (questa volta sì) vogliono negare.

[FOTO confronto tra il manifesto comparso a Centocelle e l’opera di Ettore Vitale + tweet di Giorgia Meloni]

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