Padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria nel 2013, sarebbe vivo e in mano all’Isis

07/02/2019 di Redazione

Padre Paolo Dall’Oglio, 64 anni, il sacerdote gesuita scomparso in Siria il 29 luglio 2013 sarebbe ancora in vita. Stando a quanto riferisce il quotidiano britannico Times, i miliziani jihadisti del Gruppo dello Stato Islamico in Siria stanno negoziando un accordo con le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti per ottenere un passaggio sicuro in cambio della liberazione di alcuni ostaggi che affermano di trattenere con la forza. E tra questi figura anche padre Dall’Oglio.

Il Times: padre Paolo Dall’Oglio è vivo, l’Isis offre il rilascio

Gli altri ostaggi interessati, aggiunge ancora il Times, sarebbero il giornalista britannico John Cantlie, rapito nel novembre 2012, e un’infermiera neozelandese della Croce Rossa. I tre furono sequestrati separatamente nei primi giorni dell’ascesa del gruppo terroristico. Come fonte vengono citati dal Times funzionari curdi di alto livello. La trattativa dello Stato islamico avrebbe come obiettivo quello di sfuggire all’annientamento in una delle ultime sacche di territorio sotto il controllo dell’organizzazione.

Quando si persero le tracce di Dall’Oglio, il religioso si trovava a Raqqa. Era impegnato in trattative per la liberazione di un gruppo di ostaggi nella zona orientale della Siria. Si trovava nella città per provare a riappacificare i rapporti tra jihadisti arabi e gruppi curdi. Padre Dall’Oglio era famoso per aver rifondato in Siria, negli anni ’80, una comunità monastica, a Nord di Damasco, che accoglieva anche aderenti ortodossi.

Cantlie è famoso per essere comparso in una serie di video propagandistici dell’Isis, ma non se ne hanno notizie dalla sua ultima apparizione, nel 2016. Nell’ultimo filmato il giornalista veniva mostrato a Mosul, nel nord dell’Iraq.

(Foto di copertina da archivio Ansa: padre Paolo Dall’Oglio)

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