Il dissidente De Falco: «Il M5S senza discussione democratica». Nugnes: «Conta la Casaleggio»

02/01/2019 di Redazione

«Non me l’aspettavo. Ho solo la colpa di aver espresso opinioni sgradite ai vertici». Parla così Gregorio De Falco, uno dei due senatori espulsi dal Movimento 5 Stelle per violazione di codice etico e statuto, a due giorni dalla decisione del Collegio dei Probiviri. In un’intervista al Corriere della Sera (di Giuseppe Alberto Falci) l’ex comandante della Guardia Costiera, divenuto celebre per aver intimato a Francesco Schettino di tornare a bordo, definisce ingiusto il verdetto e critica senza mezze misure la linea imposta dai leader negli ultimi mesi. «Io – dice – mi sento a pieno titolo un rappresentante dei valori del M5S che ho difeso. Quello nei miei confronti è un provvedimento sgangherato, abnorme e incostituzionale. Ho espresso voti e opinioni come prescrive l’articolo 68 della Carta. È la stessa che abbiamo difeso a spada tratta nella scorsa legislatura?».

De Falco: «Il M5S si è spostato a destra»

Nell’intervista De Falco parla anche del rapporto più o meno solido costruito con la Lega, che ha portato all’accordo di governo. «Non so se nascerà un polo sovranista, ma non lo escludo. Che il M5S si sia spostato a destra però è inevitabile», afferma. E sul calo dei sondaggi: «Se analizziamo il voto, appare evidente che noi abbiamo raccolto molti consensi a sinistra e in Meridione, che una volta al governo sono stati rinnegati nella sostanza». Il Movimento è cambiato, secondo De Falco. «Visto da fuori – dice ancora il senatore al Corriere – il M5S sembrava aperto al confronto. Ma visto da dentro non è un luogo di discussione democratica. È troppo verticistico».

Nugnes: «Pesa la Casaleggio»

Ma una critica netta al Movimento la esprime apertamente anche Paola Nugnes, altra senatrice segnalata ai Probiviri con De Falco dopo il non-voto al decreto Salvini su sicurezza e immigrazione. A differenza di De Falco però, un provvedimento disciplinare nei suoi confronti è ancora in corso. La parlamentare su Facebook ha scritto: «Uno vale uno? Mi sono sbagliata». Sempre al Corriere dice: «Io rispondo alla Costituzione che è la prima legge, alla mia coscienza e agli ideali che ci hanno unito come gruppo». Poi su eventuali dimissioni da parlamentare, risponde: «Credo ci si debba dimettere quando vengono meno i motivi per cui ci si è candidati o le condizioni personali di eleggibilità». Sul caso De Falco ha pesato la Casaleggio Associati? «E chi altri?», afferma Nugnes. E spiega: «L’esperienza di governo è stata caratterizzata da una sostanziale subordinazione del gruppo parlamentare alla volontà dell’esecutivo. Comprendo che per alcuni questo controllo sia necessario per giungere a un obiettivo comune ma per me ci sono modalità, principi dello Stato di diritto che non posso essere messi in discussione per nessun obiettivo».

(Foto di copertina da archivio Ansa. De Falco e Nugnes in aula al Senato durante la discussione del Decreto Legge sicurezza, il 5 novembre 2018. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

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