La senatrice M5S Elena Fattori chiede le dimissioni a tutti i giornalisti eletti con il Movimento

13/11/2018 di Enzo Boldi

Una luce in fondo al tunnel chiamata «coerenza». La vasta eco delle parole di Luigi Di Maio sui giornalisti «sciacalli» – accompagnate da quelle provenienti dal Guatemalaputtane e pennivendoli») firmate e gridate dall’ex deputato e reporter (con tanto di prole al seguito) per Il Fatto Quotidiano Alessandro Di Battista – hanno aperto un fronte di riflessione all’interno del Movimento 5 Stelle. A guidare la fronda dei contrari a questo mercimonio dall’insulto libero è la senatrice pentastellata Elena Fattori che su Facebook si è schierata a favore della libertà di stampa. E non solo.

Nel suo post sui social network, la senatrice «dissidente» – che già nei giorni scorsi si era schierata contro la piega presa dal M5S da quando è al potere, reo di aver disatteso le promesse elettorali fatte nelle piazze negli anni delle loro battaglie per cambiare l’Italia – ha richiamato al principio secondo cui il livello di democrazia di un Paese sia misurabile attraverso la libertà di pensiero e di espressione, racchiudendo (come ovvio, ma non per tutti) il giornalismo in questo ambito.

Elena Fattori (senatrice M5S) richiama il Movimento alla coerenza

Ma le cose più importanti di questa presa di posizione di Elena Fattori, arriva dalle risposte ai commenti rilasciati da diversi utenti sotto il suo post. «Coerenza vorrebbe che per dimostrare la loro verginità tutti i giornalisti eletti col 5 stelle si dimettessero», scrive la senatrice M5S su Facebook, che poi rincara la dose con una domanda provocatoria: «Cosa ne pensate dei giornalisti che fanno politica? Ha senso invocare obiettività quando ogni partito alla fine candida dei giornalisti?».

«Siamo contro i giornalisti? E allora perché candidarli?»

La coerenza a cui richiama Elena Fattori è un richiamo alla sua battaglia per riportare il Movimento 5 Stelle alle sue origini, dopo essersi trasformato in una gara a chi insulta meglio il nemico di giornata. «Se una forza politica è così fortemente motivata a voler un giornalismo indipendente dalla politica dovrebbe operare delle scelte precise al suo interno a riguardo per dare un forte segnale», prosegue nelle risposte la senatrice M5S. E lo fa richiamando i principi attorno ai quali ha mosso i primi passi la formula grillina: «Noi non candidiamo condannati in primo grado per esempio, sono regole interne. Abbiamo escluso i massoni e coloro che hanno fatto mandati con altri partiti in opposizione al 5 stelle. Escludiamo di fatto categorie in maniera del tutto indipendente dalle regole costituzionali». Chi ha orecchie per intendere, intenda.

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

Share this article