Il padre di Di Maio giustifica la casa di famiglia abusiva: «All’epoca si costruiva così»

10/11/2018 di Redazione

Dopo la polemica sul condono (negato dal Movimento 5 Stelle) a Ischia inserito inserito nel decreto legge su Genova, si è scoperto in un secondo momento che l’abitazione della famiglia Di Maio vive proprio in una casa abusiva a Pomiglia d’Arco e condonata nel 2006.

Condono abitazione famiglia Di Maio, la giustificazione del padre Antonio

Il padre del vicepremier, Antonio, ha giustificato così la modalità di costruzione: “L’abuso edilizio c’è stato, io non le dico che non ci sia stato, perché all’epoca questo era il metodo di costruire in questa zona“.

La ricostruzione arriva direttamente da Repubblica:

Di Maio senior, intervistato da una troupe di “Stasera Italia” su Retequattro, attribuisce a suo padre l’intero cantiere e lo data, come il figlio Luigi, al 1966 : ma dagli atti la situazione risulta più complessa. Non solo. Il papà oggi 68enne del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, tra l’altro era anche il tecnico (regolarmente retribuito ) che sedeva in commissione al Comune, al tavolo degli esaminatori delle migliaia di pratiche di condono di Pomigliano. Un incarico ottenuto in quota Msi, dall’allora sindaco del Pd, Michele Caiazzo : è proprio negli anni in cui era in attesa del buon esito della sua stessa istanza di sanatoria, presentata nel 1986, (il vicepremier Luigi ha più volte detto che risaliva all’85, evidentemente un lapsus). Dettaglio non irrilevante: tanto che poi la concessione gli arriverà proprio da una architetto che con lui lavorava in commissione condono.

Per la famiglia Di Maio “il caso non esiste”, come afferma sempre il padre Antonio: “Dove sta la notizia? Io ho condonato una casa fatta nel 1966 da mio padre, dove mio figlio risiede ma che all’epoca non stava neppure nei conti di essere concepito. Qual è la stranezza? La legge consentiva di regolarizzare alcune case che fossero state fatte abusivamente o che non avessero certificazioni. Si potevano condonare. Visto che la spesa non era immane, ho pensato di sanare il tutto“.

(Foto credits: Facebook)

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