Desirée Mariottini e quella vita sospesa: insieme a lei potrebbe esserci stata un’altra ragazza

24/10/2018 di Redazione

La storia di Desirée Mariottini si incrocia pericolosamente con un’altra triste vicenda di cronaca italiana degli ultimi mesi, quella di Pamela Mastropietro. Differenze e analogie per una tragedia che, in entrambi i casi, poteva essere evitata. La storia di Desirée è stata raccontata in maniera sbagliata sin dal primo momento, non aiutata nemmeno dalla prima ricostruzione delle forze dell’ordine che, probabilmente, hanno sottovalutato la situazione.

Desirée Mariottini, il ritrovamento del corpo e la superficialità delle prime indagini

Il corpo di Desirée è stato ritrovato venerdì, diversi giorni fa dunque. In un primo momento, il verbale delle forze dell’ordine parlava di una ragazza tra i 25-30 anni, morta in un luogo di un quartiere di Roma, San Lorenzo, diventato terra di nessuno per colpa del traffico di droga, per le occupazioni abusive degli edifici da parte di gruppi di spacciatori. La ragazza è stata trovata vestita: le autorità hanno pensato a uno dei tragici eventi della triste routine romana.

Soltanto in un secondo momento, quando si è risaliti alla vera identità di Desirée Mariottini, si sono capite tante cose. Che la ragazza era minorenne (16 anni), ad esempio. La 16enne, figlia di una impiegata della regione Lazio di cui porta il cognome, si era allontanata da Cisterna di Latina giovedì, garantendo alla madre che si sarebbe fermata a dormire da un’amica. “Ho perso l’autobus, resto a Roma da un’amica”, ha detto la ragazza alla nonna materna in una telefonata il 17 ottobre scorso. A rivelarlo l’avvocato della famiglia della ragazza, Valerio Masci. La ragazza viveva con la madre e la nonna, e una sorella più piccola, a Cisterna di Latina.

Cosa è successo nell’edificio occupato da spacciatori a San Lorenzo

Ci sono dubbi, a questo punto, anche sulla versione di una testimone che avrebbe parlato – in un primo momento – dell’ipotesi della ragazza recatasi lì per recuperare un tablet che le era stato rubato. In realtà, stando al racconto di chi conosceva Desirée da diverso tempo, si può evincere che non era la prima volta che la 16enne si allontanava da casa per cercare un po’ di droga, magari in cambio di sesso. Quando la madre aveva scoperto che la ragazzina faceva uso di sostanze stupefacenti, aveva anche chiesto aiuto anche ai servizi sociali e al Sert.

L’autopsia ha confermato il quadro drammatico ipotizzato da un testimone senegalese che, oltre a parlare con le autorità, aveva anche rilasciato alcune dichiarazioni alla trasmissione di Raiuno Storie Italiane. «Io c’ero quella sera, dopo che la ragazza era già stata violentata – ha affermato -. C’erano almeno tre o quattro persone: arabe e africane. E c’era un’altra ragazza dall’accento romano che gridava che era stata violentata e che era morta. Non so se quando sono arrivato io la ragazza era già morta oppure no».

C’era una seconda persona insieme a Desirée?

Ulteriori elementi per gli inquirenti, che fanno il paio anche con un cellulare recuperato e che, probabilmente, potrebbe appartenere alla vittima. Resta, poi, il mistero sulla seconda ragazza che si trovava all’interno dell’edificio occupato a San Lorenzo: qual è stato il suo destino? Nel frattempo, le forze dell’ordine stanno provando a raccogliere le testimonianze dell’amica di Desirée (quella presso la quale aveva detto di essere andata a dormire) e della cugina che vive a Roma. Sul portone dell’edificio di San Lorenzo, intanto, sono comparsi tre cuori e la scritta «Verità per Desirée».

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