Sciopero del tifo barattato con striscioni che evocano Superga: dirigenza della Juventus nell’occhio del ciclone

Il ricatto delle curve alla Juventus, la società calcistica più potente d’Italia, una tra le più blasonate in Europa. La puntata di Report andata in onda il 22 ottobre si annunciava già esplosiva per la pubblicazione – anticipata nei giorni scorsi – di alcune intercettazioni telefoniche tra dirigenti bianconeri in merito alla questione del bagarinaggio dei biglietti dello Stadium e in merito alla morte sospetta (un suicidio non troppo convincente) di un collaboratore dei bianconeri che faceva da legame con le curve e il tifo organizzato, Raffaello Bucci.

La puntata di Report sulla Juventus

Ma ci sono anche altre cose che sono emerse e che hanno acceso le proteste dei telespettatori. Quella che probabilmente ha scatenato maggiore indignazione è la pubblicazione di una intercettazione tra il security manager della Juventus Alessandro D’Angelo e lo stesso Bucci, prima del suo suicidio del 7 luglio 2016. In questo scambio di battute telefoniche, Bucci informava D’Angelo di un possibile sciopero del tifo da parte della curva dello Stadium. Per scongiuraro, D’Angelo avrebbe dovuto permettere l’introduzione nello stadio di alcuni striscioni che inneggiavano alla strage di Superga, all’interno della quale morirono – a causa di un incidente aereo – tutti i giocatori del Grande Torino, squadra del capoluogo piemontese rivale della Juventus.

Gli striscioni su Superga e le responsabilità di alcuni tesserati della Juventus

«Quando volo penso al Toro» e altre scritte offensive sarebbero state esposte, nonostante ciò comportasse una pesante sanzione economica per la società, che – in seguito – scoprì la responsabilità di D’Angelo in merito alla faccenda, ma non ritenne opportuno rimuoverlo dal suo ruolo (in uno dei primi fotogrammi del servizio, si vede lo stesso D’Angelo accompagnare Cristiano Ronaldo nel giorno della sua presentazione alla Juventus).

Sulla storia, Report ha mandato in onda anche l’accorato grido di dolore di Sandro Mazzola, ex calciatore dell’Inter e figlio di Valentino, storico capitano di quel Grande Torino che morì nell’incidente aereo a Superga. «Non c’entra la società, ma se si permette ai tifosi di esporre striscioni del genere – ha detto Mazzola piangendo – quello stadio va chiuso».

L’audio con le lacrime di Mazzola dopo gli striscioni su Superga

I rapporti tra criminalità organizzata e ultras

Il resto del servizio mostra benissimo quanto la malavita organizzata sia entrata ormai a far parte dell’ambiente della curva juventina e del gruppo di ultras I Gobbi (altro gruppo, oltre ai Drughi, che popola i seggiolini dello Stadium). L’accusa più grave è che sia la stessa società Juventus a cedere una serie di biglietti ad alcuni esponenti di questo sistema per rivenderlo al mercato dei bagarini a un prezzo maggiorato. Inoltre, il mistero sulla morte di Bucci – che aveva giocato somme importanti al Lotto, vincendo sempre anche nel corso della stessa giornata, e sul quale pesa l’interrogativo della scomparsa di alcuni reperti importanti come il suo cellulare o il borsello con i suoi documenti nei giorni delle indagini – rende ancora più cupa l’infiltrazione della criminalità nel tifo organizzato.

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