Mimmo Lucano andrà avanti da solo «senza soldi pubblici»

Non demorde Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Nonostante la sospensione dei fondi del governo per i centri d’accoglienza e per il progetto Sprar, il primo cittadino del comune calabrese ha annunciato ai cronisti che il «modello Riace» andrà avanti, su base volontaria e senza fondi pubblici.

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Mimmo Lucano e la decisione del tribunale del riesame

L’occasione per ribadire questo concetto è stata la presenza in tribunale di Reggio Calabria, dove Mimmo Lucano si è recato per la sentenza del riesame in merito alla decisione di metterlo agli arresti domiciliari. Questa sera o domani mattina i giudici emetteranno la sentenza. «Se esiste un diritto ancora in Italia spero di tornare libero nelle prossime ore» – ha detto Mimmo Lucano anche se in un’intervista rilasciata ieri al quotidiano Il Manifesto si è detto molto meno ottimista sull’esito dell’udienza al tribunale del riesame.

Intanto, la sua attività amministrativa va avanti, con tutto ciò che ne consegue. Il ministero dell’Interno – che aveva già avviato indagini sul modello Riace ai tempi di Marco Minniti – ha revocato i fondi per l’accoglienza Sprar al comune, con i progetti che sono stati di conseguenza tutti sospesi o ridimensionati.

Secondo Mimmo Lucano è possibile ripartire dal modello Riace anche senza fondi pubblici

Nemmeno questo, però, sembra voler fermare Mimmo Lucano, che l’accoglienza senza fondi pubblici l’ha già fatta nei suoi primissimi mesi da sindaco di Riace. E che, a quanto pare, intende proprio ripartire da lì per continuare a offrire un posto dove andare e dove risiedere ai migranti: «Riace non morirà, andremo avanti con un’accoglienza autonoma. Adesso sono io che voglio uscire dal sistema Sprar, non voglio avere più niente a che fare con un governo che non rispetta i diritti umani».

La polemica, inoltre, è con il prefetto Morcone, rappresentante dello Stato sul territorio. Mimmo Lucano evidenzia come, in passato, Riace sia stata in sinergia con le decisioni, anche improvvise e non organizzate, del prefetto: «Morcone si ricordi quando dalla sera al giorno dopo ci mandò 400 immigrati – ha detto Mimmo Lucano -. Come avremmo potuto fare ad ospitarli senza un affidamento diretto della gestione della loro accoglienza?».

Anche la compagna del sindaco di Riace, Lemlem Tesfahun, questa mattina si è recata in tribunale per difendersi dalle stesse accuse rivolte a Mimmo Lucano. La donna è scoppiata a piangere davanti ai giudici. Nelle prossime ore capiremo chi sarà a far ripartire questo modello Riace che sembra essere tornato alle origini.

[FOTO: ANSA/ MARCO COSTANTINO]

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