Sarà una manovra da 36,7 miliardi finanziata da 22 miliardi di maggior deficit

10/10/2018 di Redazione

Come volevasi dimostrare, la voce più corposa per finanziare la nuova manofra finanziaria – che secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria sarà da 36,7 miliardi per il 2019 – sarà il deficit. I 22 miliardi che serviranno a coprirla, infatti, avranno proprio questa provenienza rispetto, invece, ai 15 miliardi che arriveranno da investimenti e da tagli alla spesa (divisi tra 6,9 miliardi di tagli e 8,1 miliardi di maggiori entrate).

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La manovra da 36,7 miliardi: l’elenco delle spese

Nel 2019 non ci saranno aumenti dell’Iva (e questa singola misura costerà 12,5 miliardi), saranno 16 i miliardi per il reddito di cittadinanza e per la riforma della legge Fornero sulle pensioni, una flat tax da 600milioni nel primo anno di vita, 3,5 miliardi per gli investimenti, altri 2,3 miliardi per le spese indifferibili, quasi 2 miliardi di euro di investimenti per il pubblico impiego.

Manovra, il confronto con quella precedente

Facile fare un paragone con la manovra dello scorso anno. I numeri letti da Giovanni Tria in audizione in commissione, infatti, sono completamente diversi rispetto alla direzione che l’economia si era data nel 2017. La manovra targata Partito Democratico era stata decisamente più snella, con 27 miliardi di euro di spese complessive, la maggior parte delle quali (15 miliardi) per congelare l’aumento dell’Iva.

Nel corso della manovra 2017, tuttavia, si era effettuato un discorso completamente diverso sulle coperture e, grande differenza, sul fatto di attingere al deficit.

Proprio per questo motivo restano le preoccupazioni per il destino dell’Italia e per la sua stabilità finanziaria: Standard & Poor’s e Moody’s, le agenzie di rating, sono pronte a emettere il loro verdetto negativo alla fine di questo mese. Un colpo in questa direzione potrebbe essere fatale per lo spread che, anche nella giornata di oggi, si aggira intorno ai 300 punti base.

«È come giocare d’azzardo con la salute economica e fiscale di lungo termine dell’Italia – aveva detto in un’intervista al quotidiano La Stampa il Chief Economist di Moody’s Analytics Mark Zandi -. Questo è un periodo in cui dovreste lavorare per ridurre il deficit di bilancio e abbassare il debito, perché l’economia globale cresce, e il resto dell’Europa va bene. Se fossi al vostro posto, userei l’opportunità per mettere in ordine la casa dal punto di vista fiscale, invece di allargare deficit e debito».

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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