Il doppiopesismo mediatico sul Mondiale di pallavolo femminile

02/10/2018 di Enzo Boldi

La pallavolo non si è fermata a Torino, ma forse in molti non lo sanno. L’esperienza agrodolce della nostra nazionale maschile ai recenti Mondiali ha attirato la curiosità di molte persone, con i mezzi di informazione che – probabilmente per una questione di prossimità, tra Roma, Bari, Firenze, Milano e il capoluogo piemontese – hanno seguito da vicino le imprese di Zaytsev e compagni. E ora è tutto finito? No, oltre gli uomini c’è di più. In Giappone, infatti, è il turno delle nostre donne che da sabato scorso stanno disputando il loro – anzi, il nostro – Mondiale.

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Sarà per colpa del fuso orario, con le nostre ragazze che hanno giocato le loro prime tre partite alle 6.40 della mattina italiana, ma l’attenzione mediatica dietro all’avventura della nostra pallavolo femminile in quel del Sol Levante sembra essere snobbata dai più. A coprire l’evento per l’Italia è la Rai che, nonostante l’orario non sia quello utile a garantire importanti risultati in termini di share e ascolti, trasmette sul loro secondo canale tutti i match delle azzurre e alcuni dei più importanti in programma ogni giorno.

La pallavolo femminile e l’assenza dai media

Il resto è silenzio. O quasi. Esclusi i quotidiani sportivi – che dedicano di tanto in tanto qualche stralcio per raccontare l’esito delle partite della prima fase – il resto, appunto, è quasi nulla. Forse non ci sono personaggi da copertina e sicuramente il fuso orario giapponese non aiuta una copertura accurata, ma il risultato finale sembra essere sempre lo stesso: lo sport al femminile (in questo caso la pallavolo) viene «celebrato» solo in caso di trionfo finale.

Pallavolo femminile, le azzurre che fanno sognare in Giappone

Oltre le gambe c’è di più. Eppure le nostre ragazze si stanno disimpegnando egregiamente nel Mondiale di pallavolo giapponese. Tre vittorie nelle prime tre gare disputate, senza lasciare neanche un set alle avversarie Bulgaria, Canada e (questa mattina) Cuba, sconfitte grazie ai colpi di Paola Egonu e delle altre azzurre. Come gli uomini, meglio degli uomini.

(foto di copertina: Du Xiaoyi/Xinhua via ZUMA Wire)

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