Laura Boldrini denuncia i giornali che hanno diffuso la bufala del posto sul volo Alitalia

«Ho deciso di denunciare chi si è inventato tutto e quei giornali che hanno costruito e alimentato questa squallida operazione». È questo il passaggio più forte del post con cui Laura Boldrini annuncia azioni legali nei confronti di quegli organi di stampa che hanno dato spazio a quella che si è rivelata essere una clamorosa bufala.

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Boldrini denuncia giornali che hanno diffuso la bufala sul volo Alitalia

Nei giorni scorsi, l’ex presidente della Camera aveva raggiunto Genova con un volo Alitalia da Roma. Un passeggero aveva denunciato che il suo posto era stato occupato dalla stessa deputata di Liberi e Uguali, ma gli era stato detto che il cambio era stato fatto per lasciare spazio a un disabile. La ricostruzione, come riportato anche da una successiva smentita di Alitalia, è stata ritenuta inattendibile: Laura Boldrini aveva prenotato un posto che ha successivamente occupato e che non aveva nulla a che vedere con il sedile assegnato all’imprenditore che aveva denunciato l’accaduto.

«Un’operazione sporca – scrive la deputata di Liberi e Uguali – perché portata avanti senza nessun riscontro dei fatti e non volendo prendere in considerazione né la mia versione né quella di Alitalia, che ha chiaramente escluso ogni mio coinvolgimento nella vicenda che riguarda il cambio del posto del signor Paolino (l’imprenditore che ha lanciato la notizia, ndr) sul volo Roma-Genova».

La notizia, tuttavia, era stata ripresa con larga enfasi da alcuni quotidiani – come Dagospia, Il Giornale e Libero – ed era stata l’occasione per il solito shit-storm di offese e di accuse diffamatorie nei confronti di Laura Boldrini sui social network.

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Boldrini e le offese ricevute dopo la diffusione della bufala

«“Handicappata”, così mi hanno chiamato alcuni lettori di questi quotidiani nei loro commenti agli articoli pensando di insultarmi – ha continuato Laura Boldrini -. A loro – e alla vice presidente del Senato Paola Taverna che ha diffuso la bufala – vorrei dire che io ho un fratello disabile di cui mi prendo cura. Vorrei chieder loro di riflettere, ora, su quanto può ferire un’affermazione di questo tipo, non solo la mia famiglia, ma tutte quelle che hanno un parente nella stessa condizione».

Non manca però un ringraziamento a tutte quelle persone che l’hanno sostenuta nei difficili momenti in cui la bufala era stata diffusa, ricordando l’importanza di credere e di lottare «per la libertà di stampa e per il diritto ad essere correttamente informati».

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