I conti della Lega di Salvini e quei 30 milioni di spese ingiustificate

20/09/2018 di Enzo Boldi

Dopo la sentenza che ha condannato la Lega alla restituzione dei 49 milioni di euro ottenuti da rimborsi elettorali non dovuti, l’attenzione ora si sposta sui bilanci del Carroccio. Dai conti del partito di Matteo Salvini emerge che dal 2012 al 2017 ci siano stati 30 milioni di euro di uscite giustificate – o forse sarebbe meglio dire non giustificate – sotto la voce «oneri diversi di gestione».

LEGGI ANCHE > Come Lega e M5S taglieranno le pensioni d’oro (da gennaio)

Sulle pagine del quotidiano La Repubblica, si parla di questo ulteriore mistero sui conti della Lega, già finiti sotto la lente d’ingrandimento dopo gli ultimi procedimenti giudiziari. E se per quei 49 milioni di euro di fondi elettorali non dovuti – e spariti dai conti del Carroccio – Matteo Salvini ha sempre spiegato di non aver colpe dato che il partito all’epoca non era sotto la sua gestione, ora la questione riguarda molto da vicino il vicempremier e ministro dell’Interno.

Lega Salvini, 30 milioni in spese ingiustificate in 6 anni

La Lega di Matteo Salvini dal 2012 al 2017 ha iscritto a bilancio un totale di oltre 30 milioni di euro di spese per oneri diversi di gestione. Una cifra che è più del doppio delle uscite fatte dal partito, nello stesso arco temporale, per le campagne elettorali fatte nel corso degli anni. Si parte dagli 11,5 milioni del 2012 ai 10,7 del 2013. Cifre spese, da quanto emerge dai bilanci, i oneri diversi di gestione e contribuiti ad associazioni. Per un totale di 30 milioni.

Lega Salvini, la trasparenza nebulosa del Carroccio

Fare politica costa, ma nell’incoerente trasparenza del Carroccio appare evidente che scrivere a bilancio uscite per 30 milioni di euro non giustificate – dato che è proprio lo stesso bilancio a escludere che si tratti di spese elettorali -, apre l’ennesimo fronte nebuloso sulla testa del partito. Repubblica ha provato a contattare la società che firma i conti della Lega e il tesoriere Giulio Centemero, ma non è arrivata risposta da entrambi i fronti.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Share this article