Denis Verdini condannato a 5 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta

13/09/2018 di Enzo Boldi

Ancora una condanna per Denis Verdini. L’ex senatore di Ala (Alleanza Liberalpopolare-autonomie) è stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione per la bancarotta fraudolenta della Società Toscana Edizioni (STE). Stessa sorte per l’ex deputato Massimo Parisi. Per entrambi, inoltre, i giudici hanno deciso l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

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Il Tribunale di Firenze ha così deciso di inasprire le richieste dell’accusa, con il pm Luca Turco che aveva proposto una condanna di tre anni per Verdini e due per Parisi. L’ex senatore di Ala ha sempre negato le sue responsabilità nella vicenda del crac della STE, dando la colpa del fallimento dell’azienda toscana proprio alle inchieste della Magistratura. La Società Toscana Edizioni editava il Giornale della Toscana, inserto regionale del quotidiano di Milano, che dal 2012 non è più in edicola.

Bancarotta della STE, ennesima condanna per Verdini

Il processo per bancarotta fraudolenta è iniziato nel novembre del 2014. Secondo la Procura di Firenze, Denis Verdini e Massimo Parisi si sarebbero appropriati di ingenti cifre (circa 1,3 milioni di euro a testa) dalla vendita delle azioni della Società Toscana Edizioni, che era sotto il loro controllo al 40%. Le indagini, poi, si sono legate ad altre due inchieste che hanno visto protagonista l’ex senatore di Ala: quella del Credito Fiorentino (che ha versato 20 milioni di euro al Giornale di Toscana) e quella della P3.

Denis Verdini non era in aula al momento della sentenza

Il rinvio a giudizio a carico di Verdini è arrivato nell’aprile 2016 e ora il processo si è concluso con la condanna a cinque anni e mezzo di reclusione. L’ennesima condanna per lui che negli anni ha accumulato indagini, inchieste a suo carico. L’ex senatore di Ala non era presente in aula al momento della lettura della sentenza e i suoi legali non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Forte la delusione per la pesante condanna, andata ben oltre le richieste del pubblico ministero.

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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