Tripoli, dichiarato lo stato di emergenza, Sarraj chiama l’antiterrorisimo da Misurata

In otto giorni sono stati registrati 47 morti e 129 feriti: Tripoli entra in stato di emergenza dopo gli scontri avvenuti con le milizie. L’Onu chiede mediazione e un incontro, mentre Fayez Sarraj chiede l’aiuto delle truppe da Misurata.

Tripoli in stato di emergenza, gli scontri

Con un comunicato ufficiale il governo di unità nazionale libico guidato da Al-Sarraj ha proclamato lo stato di emergenza «per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militarie civili». Secondo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute libico, gli scontri che si stanno svolgendo intorno alla capitale libica hanno già registrato un centinaia di feriti. I media locali riferiscono che sta continuando l’avanzata a sud della Settimana Brigata di Tarhuna, guidata da Abdel Rahim Al Kani, che formalmente rispondeva al ministero della difesa, ma negli ultimi giorni si è scontrato con gruppi fedeli al governo. La brigata era stata sciolta lo scorso aprile, mese in cui ha smesso di essere dipendente dal governo.

Gli scontri non accennano a fermarsi, mentre alcuni testimoni riportano anche il lancio di «missili Gras contro l’ambasciata italiana e gli uffici del primo ministro». Il leader della 7ma brigata ha dichiarato che «non vogliamo la distruzione, ma stiamo avanzando in nome dei cittadini che non riescono a trovare cibo e aspettano giorni in coda per avere lo stipendio, mentre i leader delle milizie si godono il denaro libico». Dopo aver assunto il controllo nella zona di Al Kurayema, i nuovi obbiettivi e terreni di scontro sono  Salah Eddine e il quartiere della capitale Abu Salim.  Per terminare le violenze che stanno avendo luogo nel sud di Tripoli, il consiglio presidenziale del premier ha dato il mandato alla milizia Forza Anti Terrorismo di Misurata di intervenire, sotto la guida del generale Mohammed Al Zain.

Tripoli in stato d’emergenza, la Farnesina «noi restiamo»

Nonostante l’ambasciata italiana sia stata sfiorata dagli scontri e si trovi in una posizione pericolosa, la Farnesina ha fatto sapere che «resta operativa ma con una presenza più flessibile, che si sta valutando sulla base delle esigenze e della situazione di sicurezza». Sia il vicepremier Matteo Salvini che il ministro Elisabetta Trenta stanno seguendo con estrema attenzione l’evolversi degli scontri, e sono in costante contatto con lo Stato maggiore. Salvini, che secondo alcune fonti sarebbe in contatto anche con gli italiani in ambasciata, ha dichiarato che «vivono rischi portati da un intervento
militare senza senso». Fonti del Viminale fanno sapere che comunque gli italiani sono stati messi in sicurezza.

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Tripoli in stato di emergenza, Onu: «necessaria mediazione»

In una nota Unsmil, missione dell’Onu in Libia, ha reso pubblico il bilancio del Ministero della Salute libico, secondo cui in soli 8 giorni sarebbero morte quasi 50 persone e quasi 130 sarebbero i feriti. Già domenica il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva chiesto un cessate il fuoco sulla base degli accordi negoziati dall’Onu. In una nota aveva scritto che «condanna la continua escalation di violenze nella capitale della Libia e, in particolare, l’uso da parte di gruppi armati di bombardamenti indiscriminati che portano alla morte e al ferimento di civili, compresi bambini» e aveva invitato «tutte le parti a cessare immediatamente le ostilità e ad attenersi all’accordo di cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite e dai Comitati di riconciliazione».

 

La Missione dell’Onu in Libia ha invitato «le parti interessate ad  un incontro allargato per martedì a mezzogiorno in un luogo che verrà annunciato in seguito», per «tenere un dialogo urgente sull’attuale situazione della sicurezza a Tripoli sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell’offerta del Segretario generale delle Nazioni Unite di mediare tra le varie parti libiche».

Tripoli in stato di emergenza, Meloni: «L’Italia chieda conto alla Francia»

Francia, Italia e Gran Bretagna hanno emesso una dichiarazione congiunta in un cui condannando l’escaltion di violenze che «ostacolerebbe il processo politico in Libia» prima delle elezioni nazionali da tenersi entro dicembre. I quattro paesi hanno anche dichiarato di «avvertire coloro che manomettono la sicurezza a Tripoli o altrove in Libia che saranno ritenuti responsabili di tali azioni». Intanto oggi Giorgia Meloni ha dichiarato che il Governo Serraj è « sotto assedio da parte di forze armate vicine al generale Haftar sostenuto dalla Francia» che secondo il presidente diFratelli d’Italia continua la sua «spregiudicata politica volta a scansare l’Italia dalla Libia e completare la sua strategia neo coloniale in Africa». Giorgia Meloni ha poi aggiunto che «l’Italia sta subendo una vera e propria aggressione da parte di uno Stato membro della UE e teoricamente alleato militare della NATO» e invita il governo a chiedere conto al presidente francese Macron «in ogni sede diplomatica: ONU, Unione Europea e NATO per chiedere il sostegno armato della comunità internazionale al governo legittimo di Tripoli e l’immediata x al largo delle coste libiche per fermare l‘ingente flusso migratorio che sarà causato da questa nuova instabilità».

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(Credits immagine di copertina: © Chen Yichen/Xinhua via ZUMA Wire)

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