Il ministro “europeista” Moavero frena il suo stesso governo: «Non pagare Bruxelles è illegale»

25/08/2018 di Redazione

Intervenuto al meeting di Comunione e Liberazione insieme a due fari delle istituzioni europee di ieri e di oggi, Romano Prodi e Antonio Tajani, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha cercato di mettere il freno a mano alle dichiarazioni di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla possibilità di revocare i contributi italiani all’Europa nel caso di non aiuto sulla questione della nave Diciotti.

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Moavero contro Salvini su Diciotti e migranti

Pur dichiarando l’esigenza di riformare profondamente dall’interno l’Unione europea attuale, la presa di posizione di Moavero è molto importante. Innanzitutto perché, anche se non può (ancora) parlare di scontro, si registra una certa non omogeneità all’interno del governo. In secondo luogo le parole del ministro segnano una rottura tra lui e il ministro degli Interni Salvini sui rapporti da tenere con l’Ungheria, uno dei Paesi più contrari alle quote sui migranti. Moavero è uscito molto contrariato dall’incontro con il suo omologo ungherese Szijjarto, a cui aveva chiesto la disponibilità per accogliere una parte delle persone presenti sulla Diciotti. In una nota si legge che il ministro “ha chiesto la disponibilità del governo ungherese ad accogliere una parte dei migranti salvati in mare dalla nave Diciotti, riscontrandone la contrarietà“.

Moavero contributi Bruxelles

Sul caso che sta riempiendo le pagine dei giornali di questi giorni, il ministro ha dichiarato: “Stiamo lavorando soprattutto per trovare una sintonia sulla gestione dei flussi migratori, è fondamentale che riusciamo a comprenderci per stabilire un clima di condivisione. Non trovare l’accordo su questo per l’Europa è molto triste“.

Infine, le parole sulla possibilità di non pagare i contributi a Bruxelles non hanno bisogno di interpretazioni: “Pagare i contributi è un dovere legale dei membri, ci confronteremo su queste ed altre questioni“.

(Foto credits: Ansa)

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