Nave con 40 migranti a bordo bloccata in mare da due settimane. Quattro paesi, tra cui l’Italia, rifiutano l’ingresso

27/07/2018 di Enzo Boldi

È bloccata nel Mediterrano da oltre due settimane la Sarost 5, nave battente bandiera tunisina con a bordo 40 migranti che non riesce ad avere autorizzazioni da nessun paese per attraccare. La situazione a bordo del natante è abbastanza critica e tra i migranti presenti a bordo ci sono anche due donne in stato di gravidanza. Italia, Francia, Malta e la stessa Tunisia – a largo delle cui coste è bloccata per il momento la Sarost 5 – si sono rifiutate di aprire i loro porti e prestare soccorso. I 40 migranti sono stati prelevati lo scorso 13 luglio da una barca di legno che si trovava in difficoltà mentre tentava di attraversare il Mediterraneo dalla Libia.

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La Sarost 5 è solo l’ultima delle navi al centro dell’impasse diplomatico che da tempo va avanti all’interno dell’Europa. A bordo, oltre ai 14 membri dell’equipaggio, ci sono 40 migranti di svariate nazionalità – Egitto, Mali, Nigeria, Bangladesh, Camerun, Senegal, Guinea, Costa d’Avorio, Sierra Leone – e le condizioni di salute delle due donne incinte destano parecchie preoccupazioni.

Sarost 5, la nave con in migranti rifiutata anche dall’Italia

«Ci sono due donne in stato di gravidanza, e per una di loro la situazione è molto critica – ha spiegato alla CNN Mongi Slim, il medico del Comitato tunisino della Mezzaluna rossa nella sua visita a bordo fatta mercoledì -. Abbiamo chiesto l’evacuazione immediata almeno per loro, ma senza ricevere risposta».

Sarost 5, tra i 40 migranti a bordo anche due donne in gravidanza


Il comandante della nave, Aymen Ourari, ha parlato di situazione critica con le scorte di cibo che stanno per esaurire. Lo stesso Ourari ha registrato alcuni appelli video, come quello lanciato da una donna al sesto mese di gravidanza originaria del Senegal e pubblicato sul profilo Facebook della  della Ong Watch the Med. «Prego gli stati europei perché abbiamo bisogno di aiuto – implora la donna nel suo videomessaggio -. Ho lasciato il mio paese perché le cose lì sono molto difficili, per questo mi sono imbarcata in questo viaggio. In Libia sono stata incarcerata, ma sono riuscita a scappare e a fuggire insieme ad altre 40 persone. Sono incinta ho bisogno del vostro aiuto».

 

(foto di copertina da da InfoMigrants Francais su Twitter)

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