L’accordo M5S-Lega: sì al taglio dei vitalizi in cambio dei voucher

12/07/2018 di Redazione

Non c’è accordo di governo senza scambio sui punti di programma da attuare. L’esecutivo di Movimento 5 Stelle e Lega dimostra di non fare eccezione. Al centro dell’attenzione ci sono in questi giorni alcune delle principali proposte dei due partiti: il ritorno dei buoni lavoro in alcuni settori e il taglio ai vitalizi degli ex parlamentari. I pentastellati sono intenzionati a dare l’ok ai voucher in agricoltura e turismo. I leghisti sono pronti a digerire il ricalcolo degli assegni per deputati e senatori di un tempo. Un chiaro cessione di favori. Scrive oggi Diodato Pirone sul Messaggero:

Tu mi dai i voucher e io ti do i tagli ai vitalizi. Uno scambio di “favori”, politico e pratico, fra M5S e Lega con l’obiettivo di rinsaldare senza tanti fronzoli i rapporti con i rispettivi elettorati. Questo il risultato dei ripetuti colloqui di ieri fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Tutto spianato, come per magia: oggi pomeriggio l’Ufficio di Presidenza della Camera potrà varare in tutta tranquillità con l’appoggio dei rappresentanti della Lega, fino a ieri riottosi, il progetto di ricalcolo “pesante” dei vitalizi dei deputati, caro ai 5 Stelle, e poi in settimana il ritorno dei voucher in agricoltura e turismo sarà infilato nero su bianco nel testo per combattere la precarietà, a dispetto dell’appoggio del M5S sul referendum Cgil che fu all’origine dell’abolizione dei buoni lavoro.

La retromarcia del M5S sui voucher

Non si tratta di un dettaglio. Come abbiamo già ricordato, il Movimento 5 Stelle un anno fa attaccava duramente i buoni lavoro chiedendone l’abolizione. In un accalorato intervento in Aula alla Camera dei Deputati a gennaio 2017 Alessandro Di Battista definiva i voucher, sui quali il governo Gentiloni si apprestava ad intervenire per disinnescare il referendum della Cgil per la loro eliminazione, un’«indecenza». «Dato che si tratta di un far west assoluto – diceva l’esponente M5S – meglio abolirli in questo momento del tutto, e l’unico per abolire questa indecenza è un referendum popolare. Il popolo italiano deve esprimersi». Oggi ritornano le distanze. Il segretario della Cgil-Filcams, la categoria del sindacato che rappresenta i lavoratori di commercio, turismo e servizi, Cristian Sesena, definisce la nuova posizione di Luigi Di Maio «sconcertante».

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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