Macron ha spiegato a Giuseppe Conte come funziona un consiglio europeo

La crisi, il punto più alto della lite Macron-Conte si è consumata nel tardo pomeriggio. I leader erano seduti al tavolo del consiglio europeo e avrebbero voluto approvare la prima parte dell’accordo su politica economica e Brexit. C’è una persona che si oppone; è Giuseppe Conte che scuote la testa e dice: «Io sono un professore di legge e so che un documento viene protocollato con un numero solo: per questo, va approvato nella sua interezza. Discutiamo prima di migranti».

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Lite Macron-Conte: «Non funziona così»

La cosa fa arrabbiare tutti. Theresa May si sarebbe dovuta fermare a Bruxelles un giorno in più (aveva previsto di partire già ieri, dopo aver intascato l’accordo sulla Brexit), Jean-Claude Juncker e Donald Tusk si sarebbero dovuti presentare in conferenza stampa annunciando la fumata nera. Ma quello che si irrita di più è Emmanuel Macron, che si alza in piedi e alza pure la voce.

«Non ho parole – dice -. Non sai come funziona un Consiglio europeo! Ci sono delle regole e non ci si comporta in questo modo». Emmanuel Macron ha cercato di spiegare – sempre in maniera molto alterata – il senso di quella mossa politica. I testimoni – scrivono sulle pagine del Corriere della Sera – riferiscono di una Angela Merkel molto spaventata per quella dimostrazione di forza. Giuseppe Conte aspetta in silenzio e fa terminare l’intervento del presidente francese. Poi, continua a restare sulla sua linea, supportato in questo anche dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.

Lite Macron-Conte, necessario un bilaterale chiarificatore

Non ci sarà il voto subito. Sarà necessario, a sera inoltrata ormai, un bilaterale tra Conte e lo stesso Macron per mettere insieme una bozza che possa essere condivisa anche con gli altri Stati membri della UE. Alla fine, ne esce un accordo molto debole, che si basa molto sulla volontarietà e che non convince nemmeno gli stessi partecipanti al consiglio europeo. È la Merkel, infine, a dare la descrizione perfetta di quello che è successo: «Abbiamo trovato una condivisione. Ma le divergenze tra i Paesi membri restano e bisogna stare attenti e prudenti».

FOTO ANSA/ FILIPPO ATTILI – UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI

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