Daniela Santanchè: «La borsa extra-lusso della Raggi? La difendo solo se è originale»

23/06/2018 di Redazione

Le immagini della sindaca di Roma con una borsa Hermès (oggetto che vale diverse migliaia di euro) ha fatto il giro di Twitter e scatenato più di una polemica nei confronti di quei presunti valori infranti del M5S; a sua difesa è arrivata inaspettatamente Daniela Santanchè, collezionatrice, in un’intervista rilasciata a Luca Telese de La Verità.

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Attaccare la Raggi per la borsa mi sembra non solo ridicolo, ma anche molto stupido – ha dichiarato la senatrice – una polemica di questo tipo la trovo una cosa che non si può vedere né sentire. Pura e semplice volgarità. In generale i politici si giudicano per quello che fanno, non per quello che hanno addosso. Però trovo fastidioso che noi donne dobbiamo subire continue campagne di diffamazione per le cinture, per le scarpe, per come portiamo i capelli. Vedo una cosa sola: la criminalizzazione della ricchezza. E per me la criminalizzazione della ricchezza è un sentimento inaccettabile“.

Solidarietà a Virginia Raggi? “Se la borsa fosse vera sì – prosegue Daniela Santanchè – mi sentirei male se l’avesse comprata dai marocchini“.

Sul tema è intervenuto anche Antonio Gurrado del Foglio:

Buonasera, sono la borsa Hermès di Virginia Raggi, sfoggiata mentre entrava in Campidoglio e subito beccata sui social e ripresa dai quotidiani (è estate, al caso Lanzalone bisogna pur aggiungere qualche dettaglio frivolo). Sono originale? Sono tarocca? Non m’importa: oltre che borsa sono filosofa quindi so che l’esistenza di noi oggetti è un nocciolo duro impermeabile ed estraneo a ogni classificazione definitoria. Una borsa è una borsa è una borsa. Ma io, in quanto appesa al braccio del sindaco di Roma, prima donna a reggere questa città in duemilasettecentosettant’anni, prima eclatante crepa pentastellata nel sistema Italia, assurgo altresì a entità metafisica. Il mio essere composta di questo o quel tessuto e il mio avere un marchio che m’individua e un prezzo che mi valuta sono succedanei all’indignazione popolare: secondo gli elettori Virginia Raggi, in quanto politico, in quanto Cinque stelle, non ha diritto di sfoggiarmi ma dovrebbe, presumo, presentarsi in Campidoglio con le cianfrusaglie ficcate in un sacchetto bio per verdure dal costo di un centesimo. Ma anche, e da ultimo, io sono lo specchio delle ambizioni degli italiani.

(Foto credits: Ansa)

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