Il sindaco leghista di Beura mette la bandiera a mezz’asta dopo la rinuncia di Giuseppe Conte

28/05/2018 di Redazione

Questa mattina, i cittadini di Beura – Cardezza, comune di circa 1500 abitanti nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, si sono svegliati con una sorpresa che arrivava direttamente dal balcone della sede del municipio. Il sindaco Davide Carigi, eletto nelle fila della Lega, ha esposto la bandiera dell’Italia a mezz’asta in segno di lutto per il mancato accordo di governo tra il suo partito e il Movimento 5 Stelle e il possibile incarico a Giuseppe Conte.

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Il gesto simbolico del sindaco di Beura contro la Repubblica

La bandiera dell’Italia, esposta a mezz’asta, si trova – nella sede del municipio di Beura, così come in quella degli altri comuni italiani – accanto al drappo dell’Unione Europea e a quello della regione Piemonte. Questa mattina era l’unica delle tre bandiere listate a lutto.

«Di più non dico, ma il lutto è comprensibile» – ha dichiarato Davide Carigi, non fornendo ulteriori dettagli circa il suo gesto provocatorio. In rete si è diffusa subito la foto delle bandiere che è diventata virale: il primo a scattarla è stato uno dei cittadini del comune a pochi chilometri da Domodossola. La notizia, poi, è stata battuta anche da diversi portali d’informazione locale, come ad esempio ossola24.it.

Le bandiere a mezz’asta a Beura, le motivazioni

Ieri sera, dopo l’incontro tra Giuseppe Conte e Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio incaricato ha rinunciato al suo incarico, dal momento che si era creata una situazione di stallo sul nome designato per guidare il dicastero dell’Economia. La Lega, insieme al Movimento 5 Stelle, aveva indicato Paolo Savona, figura non gradita dal Quirinale. Oggi, poi, si è consumato un ulteriore passaggio istituzionale, con il conferimento dell’incarico (e alla successiva accettazione con riserva) a Carlo Cottarelli.

Il gesto simbolico del sindaco di Beura – Cardezza si inserisce in quella diffusa insoddisfazione popolare che ha accompagnato la decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nelle scorse ore, il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia avevano chiesto addirittura la messa in stato d’accusa del Capo dello Stato, mentre la Lega – più prudente su questo aspetto – aveva comunque radunato un discreto numero di sostenitori in piazza che, nel caso di Terni, avevano addirittura chiesto di «mandare a casa» Sergio Mattarella.

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