La preoccupante inchiesta del Guardian: lo sai che Google ha dati su di te per oltre 5,5 Giga?

L’onda lunga dello scandalo Cambridge Analytica ha portato il mondo intero a occuparsi di sicurezza informatica. Quello che prima potevamo soltanto intuire (com’è possibile che, nella barra degli annunci pubblicitari, Google mi mostra i prezzi dei migliori smartphone dopo aver cercato informazioni sul mio prossimo cellulare?) adesso è diventato oggetto di dibattito e di inchieste giornalistiche.

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DATI GOOGLE, L’INCHIESTA INQUIETANTE DEL GUARDIAN

Un cronista del britannico The Guardian, Dylan Curran, ha voluto raccogliere punto per punto tutti i dati che Google aveva accumulato su di lui, sin dal momento del suo primo utilizzo del motore di ricerca. Il risultato? Inquietante. Google, infatti, offre una opzione per poter aver accesso a tutti i dati raccolti fino a quel momento su di te. Curran ha richiesto questa opzione e ha scaricato file per 5,5 Giga, circa 3 milioni di documenti Word, per intenderci. Facebook ha la stessa opzione: in questo caso il risultato, ugualmente preoccpuante, è stato più contenuto: 600 Mb, circa 400mila pagine Word.

DATI GOOGLE, I LINK UTILI PER CAPIRE QUALI INFORMAZIONI SIANO IN POSSESSO DELL’AZIENDA

Il giornalista del Guardian offre delle semplici indicazioni per capire come Google stia operando (il più delle volte a tua insaputa). Vuoi sapere dove sei stato nell’ultimo periodo? Google si collega al tuo Gps e sa dirlo esattamente: in questa cronologia (CLICCA QUI), lo puoi verificare tu stesso. Lo stesso vale per le tue ricerche (anche quelle che sono state cancellate – CLICCA QUI), per le app che hai scaricato (CLICCA QUI), ma anche tutti gli acquisti o i tentativi di acquisto che hai fatto in passato, attraverso una profilazione pubblicitaria del tuo account su Google (CLICCA QUI).

Ovviamente, sia Google, sia Facebook hanno accesso alla tua webcam dei tuoi dispositivi e riescono a conservare i dati che provengono direttamente dal tuo microfono. C’è di tutto negli elementi del tuo profilo raccolti: i tuoi contatti, le tue mail, il registro delle tue chiamate. Insomma, un Grande Fratello il cui monitoraggio è costante.

Il giornalista del The Guardian chiude la sua inchiesta con un’amara constatazione: «Questa è una delle cose più folli dell’età moderna: non permetteremmo mai che il nostro governo o una società mettano telecamere, localizzatori o microfoni nelle nostre case. Tuttavia, abbiamo fatto molto di più di questo: e lo abbiamo fatto noi stessi».

(FOTO:  ansa/BORIS ROESSLER)

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