L’obiettivo di CasaPound è cancellare l’antifasicsmo

CasaPound è stata raccontata in un lungo articolo di Tobias Jones su The Guardian, che ripercorre la nascita del movimento di estrema destra che spera di entrare in Parlamento il prossimo 4 marzo. La storia di CasaPound, descritta come il fascismo per gli hipster, è ripercorsa dalle attività musicali del suo leader, Gianluca Iannone, che prima di lanciare il movimento politico si era costruito un largo seguito come autore di musica punk rock per estremisti di destra.

L’obiettivo di CasaPound è cancellare l’antifascismo

Il lungo articolo di The Guardian evidenzia, un po’ esagerando, il ruolo di CasaPound nella normalizzazione di Benito Mussolini. Secondo la testata inglese infatti il partito di Iannone e Di Stefano ha contribuito a rendere sempre più politicamente accettabile il richiamo al Duce in questi anni, sottovalutando però il modo furbo con cui Berlusconi, così come gli eredi del Msi prima di Alleanza Nazionale e poi di Fratelli d’Italia, hanno rivalutato il fascismo per criticare la Prima repubblica e i partiti antifascisti che l’avevano governata nel secondo dopoguerra.

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L’articolo di Tobias Jones è un’analisi interessante, anche perché permette a un lettore italiano di comprendere come un movimento di estrema destra sia percepito all’estero: CasaPound è un’organizzazione neofascista, ma furba e provocatoria, capace di mimetizzarsi, con iniziativa marcatamente progressiste per nascondere la loro vera ideologia. Gianluca Iannone però è anche fin troppo onesto nell’ammettere di essere un fascista, ed è sinceramente pericoloso quando svela quale sia il vero obiettivo di CasaPound: cancellare l’antifascismo in Italia.

 

«Sarò un fascista fino a quando gli antifascisti ci saranno. Il fascismo è stata la più grande rivoluzione del mondo, il completamento del Risorgimento. Il regime di Benito Mussolini è stato il più bel momento della nostra nazionale», spiega Gianluca Iannone a The Guardian. Il leader e fondatore di CasaPound fa un’altra affermazione molto inquietante, quando alla domanda sugli anfascisti da considerare anche loro fratelli d’Italia come da Inno di Mameli, risponde con : «Caino e Abele erano fratelli».

Foto copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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