Mafia Capitale, il giorno delle condanne: ma cade l’accusa di associazione mafiosa

Una sentenza che farà discutere. La X sezione penale di Roma, presieduta da Rosanna Ianniello, hanno emesso il loro verdetto sul processo di Mafia Capitale. Vent’anni di carcere per Massimo Carminati, diciannove per Salvatore Buzzi, condanne anche per il politico del Partito Democratico Mirko Coratti (sei anni) e per quello di Forza Italia Luca Gramazio (undici anni). Ma l’accusa di associazione mafiosa è caduta per diciannove imputati, compresi i vertici del sistema che, per anni, aveva gestito Roma.

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MAFIA CAPITALE NO ASSOCIAZIONE MAFIOSA

Il processo era nato da un’inchiesta di migliaia di pagine e di intercettazioni. La procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, aveva chiesto chiesto oltre 500 anni di carcere complessivi per i 46 imputati, in particolare 28 per l’ex terrorista neofascista Massimo Carminati, 26 anni e 3 mesi, per l’ex ras delle cooperative sociali Salvatore Buzzi. Richieste che, parzialmente, sono state disattese.

Tra gli altri imputati, Luca Odevaine, ex responsabile del tavolo per i migranti, è stato condannato a sei anni e sei mesi, undici anni per il presunto braccio destro di Carminati, Ricardo Brugia, dieci per l’ex amministratore delegato di Ama Franco Panzironi, cinque anni per l’ex minisindaco di Ostia Andrea Tassoni (il comune era stato commissariato per infiltrazioni mafiose).

MAFIA CAPITALE NO ASSOCIAZIONE MAFIOSA, LA PRESENZA DI VIRGINIA RAGGI A REBIBBIA

La lettura della sentenza è stata effettuata alla presenza del sindaco di Roma Virginia Raggi che ha voluto essere presente nell’aula bunker di Rebibbia. Ai cronisti che l’hanno intercettata ha spiegato così la sua comparsa in aula: «La lettura della sentenza è un momento importante per Roma, per i romani e gli italiani».

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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