Rocco Tanica “Sono stato male, ma non lascio Elio e le storie tese”

Sì, ce l’abbiamo tutti nella testa e nelle orecchie la splendida “preghiera del clown” di Totò nel film di 63 anni fa Il più comico spettacolo del mondo di Mario Mattoli. “Più ho voglia di piangere, più faccio ridere gli uomini. Lascia che ci credano felici” diceva il Principe della risata.

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Noi lo sappiamo che dietro chi ci fa divertire, spesso c’è l’abisso di un dolore. Ma poi, quando ce lo dicono, rimaniamo sempre stupiti. E così è successo anche questa mattina, quando su Il Fatto Quotidiano abbiamo letto la bella intervista di Selvaggia Lucarelli a Rocco Tanica, il comico e musicista che da sempre è una colonna di Elio e le storie tese. E che fa chiarezza anche sul suo abbandono al gruppo.

Lascio solo i concerti grossi. Sa, il volume alto, la calca e ogni sera tre ore che se ne vanno come niente. […]. Accadde che ero spaventato, non mangiavo e non dormivo. Ronzava tutto. Il 23 aprile ho partecipato all’ultimo concerto. I miei amici M e G mi hanno salvato dagli abissi, quella ed altre sere. Mi sono presentato in un reparto di psichiatria. Sono scappato. Ho conosciuto ottimi medici, perduto e trovato persone. La mia famiglia, ivi compresi gli Elio e le Storie Tese, si è confermata una fortezza. Gli Elii mi hanno protetto e aspettato. Non so se, per dire, Bon Jovi avrebbe fatto lo stesso. Sono rimasto a letto alcuni mesi. Una mattina stavo meglio e ho comprato il pane. A fine 2013 ero di nuovo in piedi. Ora faccio quello che mi rende contento e trascuro il resto. Alle persone malate di depressione dico parlatene, lì comincia la cura.

Forse il problema è che è difficile far ridere un comico. Ma a volte capita.

Una battuta, un libro, un film mi fanno ridere di rado. Fanno eccezione Claudio Bisio, Walter Fontana e Maurizio Milani. Fra i forestieri Simon Pegg, Sacha Baron Cohen e Giovanardi.

Confessa, forse scherzando, che ha ceduto alla tentazione della chirurgia plastica.

Sì! Ho fatto la blefaroplastica (l’eliminazione delle borse sotto gli occhi e del difetto delle palpebre cadenti – ndr) superiore e due colonscopie. Le consiglio a tutti, a parte quando ti infilano quel lungo tubo eccetera.

Non rinnega la scelta sua e di Elio di aver ceduto alle lusinghe della tv.

Il mezzo più conformista talvolta è spassoso da fare e da vedere. Si prendono decisioni rapide, si fanno esperimenti. Non farei il 90% della televisione che guardo ma guarderei almeno il 50% di quella che faccio. Non so cosa ho detto.

Sulla satira e i suoi limiti ha le idee chiarissime.

Il limite della satira è solo il mitragliatore. Non faccio battute sull’Islam perché temo di venire ammazzato, ma ne avrei di bellissime. Senta questa: i 40 ladroni vanno in pasticceria. “Ha lì i babà?”

Una stoccata la riserva anche a dei miti del rock.

Ai Rolling Stones chiederei di separarsi. Costa continuano a fare quelle mossette che a momenti avranno 50 anni?

Infine, un po’ di autocritica su gli Elio e le storie tese.

Forse in occasione del disco L’album biango ci siamo presi troppo sul serio. Ci abbiamo messo diverse canzoni-invettiva, ne risulta un lavoro poco divertente secondo me.

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