I Cinque motivi per cui Grillo non è credibile sulla legge elettorale

Si è parlato tanto dell’incontro che si terrà mercoledì tra una delegazione Pd e una del Movimento 5 stelle. Una apertura, quella dei pentastellati, che ha segnato un deciso cambio di rotta della linea di Beppe Grillo e i suoi. Eppure, fino a qualche settimana fa, questo dialogo sembrava impossibile. E, probabilmente, impossibile si rivelerà anche la prossima settimana. Perché di fatto non solo affrontare Renzi significa smentire tutte le cose dette durante la campagna elettorale dal comico genovese  nei confronti del governo, ma comporterebbe rivedere la legge uscita dal voto on line degli iscritti al blog o ritoccare i cardini di un Italicum su cui è incentrato il patto del Nazareno. Eppure in passato chi nel Movimento auspicava un confronto con le altre forze non ha fatto una bella fine. Ora si cambia rotta. Ma questa direzione porterà a qualcosa?

"Fuoco amico", il post con cui furono additati (e poi espulsi con votazione) i 4 senatori che criticarono il confronto tra Grillo e Renzi in streaming
“Fuoco amico”, il post con cui furono additati (e poi espulsi con votazione) i 4 senatori che criticarono il confronto tra Grillo e Renzi in streaming

1: GRILLO ERA CONVINTO DI VINCERE CON IL PORCELLUM   Partiamo da alcuni punti per cui il rilancio di Grillo non sembra assicurare grande credibilità. Primo aspetto: Grillo era pronto a sostenere un’elezione con il Porcellum. Correva il caldo agosto 2013 quando il leader con il post “Ogni voto un calcio in c…” rilanciava:

Il M5S vuole fare una sola cosa, una sola, mandarli a casa..Bisogna tornare alle urne al più presto possibile. Ogni voto un calcio in culo ai parassiti e incapaci che hanno distrutto il Paese. La legge elettorale la cambierà il M5S quando sarà al governo, loro il Porcellum lo hanno tenuto ben stretto perché, comunque andasse, che fosse il pdl o il pdmenoelle a vincere, vinceva sempre il banco. Il M5S vuole fare saltare il banco. Alle elezioni subito, con buona pace di Napolitano che dovrebbe dimettersi quanto prima.

Per un lungo periodo si sostenne la tesi di andare al voto subito col Porcellum, fine. Il leader ha continuato anche a settembre in una intervista rilasciata al Die Zeit. Il proporzionale? Solo dopo aver votato con quello attuale:

«Ma certo! Noi presenteremo agli italiani già prima delle elezioni dieci-dodici candidati con un curriculum adeguato e il nostro programma, candidati che devono far parte del nostro governo. Non li nominiamo lì per lì come gli altri, che fanno ministri veline, massoni, e membri delle sette segrete ».
Mettiamo che nelle prossime elezioni lei arrivi al 30% …
«Allora abbiamo vinto. L’attuale legge elettorale concede la maggioranza a chi ottiene il maggior numero di voti. Con il proporzionale invece per governare serve il 51%».
E lei preferisce il sistema proporzionale?
«Noi abbiamo già votato contro l’attuale legge elettorale in parlamento. Noi soli. Io voglio abrogarla e introdurre il sistema proporzionale ma solo dopo aver vinto con il sistema attuale».
Con la legge elettorale attuale sarebbe quindi più semplice per lei andare al governo?
«Sì. È così».

 

2: PER GRILLO IL PARLAMENTO È ILLEGITTIMO – Più volte Grillo ha parlato di Parlamento delegittimato che non può occuparsi di legge elettorale. Lo sosteneva il 2 maggio scorso ospitando il pensiero di Paolo Becchi sul suo blog in un lungo post dal titolo “Parlamento illegittimo, Napolitano illegittimo”.

Certo è che la Cassazione ripropone la questione, la rimette nuovamente sul tavolo della politica. Come si può pretendere che i nostri parlamentari, i nostri attuali deputati e senatori, siano legittimati, oggi, ad approvare una nuova legge elettorale? Come giudicare l’Italicum? Non è esso stesso un “effetto” del Porcellum? Avremo alla fine una nuova legge elettorale approvata da un Parlamento illegittimo (ma “legale”)?

e ancora con una certezza che va “oltre” l’ottimismo…

Renzi e Berlusconi dopo aver perso le elezioni europee potranno sempre dire, accusandosi a vicenda, di averle perse perché il cammino delle riforme è stato bloccato e sosterranno dunque che non resta altro da fare che andare a elezioni anticipate. I due compagni di merenda opteranno allora per quel sistema proporzionale uscito dalla sentenza della Corte costituzionale sapendo che in questo modo potranno continuare a governare insieme, come di fatto ormai stanno già facendo da anni.

A gennaio rincarò la dose prima dell’avvio della consultazione degli iscritti al portale. Sempre con un post sul blog Grillo precisò che la discussione ci sarebbe stata solo a “parlamento legittimo insediato”:

La legge elettorale del M5S dovrebbe essere completata per il mese di febbraio e sarà la posizione ufficiale del M5S da discutere in Parlamento quando un Parlamento legittimo sarà insediato. Il Parlamento attuale è infatti incostituzionale, i suoi eletti sono stati nominati, il premio di maggioranza è abnorme. In Parlamento siedono 150 abusivi eletti grazie al premio di maggioranza del Porcellum. Gi abusivi sono di pd, sel, centro democratico e svp. La loro elezione non è neppure stata convalidata. E questa gente, responsabile e fruitrice del Porcellum, dovrebbe occuparsi di legge elettorale e magari di riforma della Costituzione? Al massimo può andare a casa. Napolitano, dopo la pubblicazione delle motivazioni della Consulta, attesa per fine gennaio, deve sciogliere le Camere.

 

3: DALL’EBETINO AL LEGITTIMATO ALLE EUROPEERenzi lo aveva precisato nella sua recente lettera indirizzata ai capigruppo del Movimento: la vittoria di maggio non è del governo ma del Pd. Neanche poco tempo fa Grillo lanciava pesanti critiche contro il presidente del Consiglio con tanto di soprannome: «Renzie andrebbe subito al 41 bis». E rincarava: «La legge elettorale? È peggio del Porcellum senza preferenze, con un assurdo premio di maggioranza, scritto da Renzie con un pregiudicato estromesso dal Parlamento dal M5S». Da ricordare la sua frase dedicata al premier durante il tour elettorale a Torino: «L’ebetino è andato a dare due linguate a quel culone tedesco della Merkel».

Le critiche del leader del Movimento a Renzi iniziano dall’ebetino di Firenze (“paladino degli inceneritori” nel 19 maggio 2009 nda) fino ai giorni nostri quando Renzi, da presidente del Consiglio, andò a colloquio con Angela Merkel:

Renzie non sa di cosa parla e lo fa a titolo personale. Nessun italiano lo ha legittimato con il voto, nessun italiano sarebbe così stupido da andare contro i propri interessi. Come può uno che davanti alla Cancelliera si emoziona come un bimbo al primo giorno di scuola, al punto di non essere capace di abbottonarsi il cappotto, avere le palle di sfidare la Germania per fare l’interesse degli italiani?
(18 marzo 2014)

guarda la gallery:

(Una parte della collezione di post anti Renzi sul blog)

4: DEMOCRATELLUM E ITALICUM SONO AGLI ANTIPODI – Poniamo che si cambi atteggiamento ed idea verso Renzi. Dimentichiamo le richieste di dialogo (ampiamente criticate) dentro il Movimento nei mesi passati. E pensiamo al tavolo di mercoledì: le differenze maggiori tra la legge elettorale 5 stelle e l’Italicum riguardano il premio di maggioranza, la presenza di coalizioni e le modalità di elezione dei parlamentari. Come abbiamo già raccontato l’Italicum è la traduzione di quella che Matteo Renzi indicava come legge elettorale dei sindaci per il Parlamento. L’ispirazione è su un principio maggioritario dove un solo vincitore riesce a conquistare la maggioranza dei seggi. Il sistema scelto dai grillini è invece un proporzionale che premia i grandi partiti, ancora di più del cosiddetto Consultellum, ma che sopratutto non assicura la creazione di una maggioranza politica chiara. Non solo: i 5 Stelle, nel preambolo della legge elettorale, attaccano in modo oltremodo netto il premio di maggioranza.

5: L’IDEA 5 STELLE NON REGALA LA GOVERNABILITÀ – Come sottolinea Lorenzo Cuocolo (Professore di Diritto comparato Università Bocconi) l’idea indicata da Beppe Grillo e i suoi non garantisce la governabilità. «Da un lato, infatti, la dimensione medio-grande delle circoscrizioni mitiga il possibile effetto maggioritario. Dall’altro, manca qualsiasi ipotesi di premio di maggioranza. E, dunque, il rischio è che dalle urne non esca un vero vincitore, con i numeri per governare cinque anni». Un caos possibile,  Cuocolo sottolinea: «Ciò, verosimilmente, produrrebbe trattative e accordi dopo le elezioni. Non a caso la proposta di legge elimina la possibilità di coalizioni prima del voto. Un sapore vagamente retrò, che non sembra in linea con il diffuso desiderio di risultati elettorali chiari e maggioritari».

RISCHIO BLUFF – Ora a peggiorare le cose ci ha pensato il deputato 5 stelle Manlio Di Stefano. Davanti al gelo del ministro Boschi («Si all’incontro con M5s ma non si ricomincia tutto da capo») ha stretto il giro: «Diamo a Renzi l’opportunità di uscire da quel ricatto di Berlusconi che lui stesso disse esserci quando affermò che non c’era alternativa. Noi gli diamo un’alternativa: chiarisca se preferisce continuare con lui o aprirsi a un percorso nuovo».
«’O con noi o con il Cav’ è equivalente a dire ‘Tana libera tuttì. È evidente che #sicambiaverso (già sentito). Ognuno prenda responsabilità», ironizza in un tweet il deputato M5S Walter Rizzetto, polemizzando con la nuova linea dei 5 Stelle. A stemperare gli animi ci pensa ora il capo del Movimento stesso che sul blog conferma l’appuntamento di mercoledì: “Ci vediamo il 25 giugno”. Stavolta però (come già si era capito) Grillo non ci sarà. Si parlerà con il «Partito democratico, in quanto forza parlamentare», precisano dal blog. Il problema è capire cosa potrà uscirne fuori.

(Copertina Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

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