L’appello social dei genitori di Patrick Zaki «a ogni persona responsabile»

I genitori parlano del futuro da restituire al giovane, che sta sempre peggio in carcere

21/12/2020 di Ilaria Roncone

Le parole dei genitori di Patrick Zaki sono diventate un appello social attraverso la pagina Facebook Patrick Libero. Il messaggio è chiaro e rivolto «a ogni persona responsabile e a chi prende le decisioni» perché la prigionia del figlio abbia fine. Sono dieci mesi che Patrick Zaki, studente dell’Università di Bologna, viene tenuto prigioniero dal 7 febbraio per quello che in Egitto viene chiamato reato di “propaganda sovversiva”. Dal messaggio trapelano tutto il dolore e l’esaurimento non solo loro ma anche del giovane, che la madre ha potuto incontrare il 19 dicembre e del quale ha riferito le parole.

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Patrick Zaki vuole tornare a Bologna

La madre di Patrick Zaki è riuscita ad andarlo a trovare sabato 19 dicembre 2020 nella prigione di Tora. Dopo aver parlato con lui i suoi genitori hanno rilasciate una dichiarazione lunga e toccante, culminata con un appello alle autorità che dovrebbero occuparsi della situazione e riportarlo a casa. «Durante la visita, Patrick non era affatto se stesso, era diverso rispetto a qualsiasi altra visita e ci ha letteralmente spezzato il cuore!», ha detto la madre, riportando le parole del figlio: «Le sue esatte parole sono state: “Sono fisicamente e mentalmente esausto, non ne posso più di stare qui e mi deprimo ad ogni tappa importante dell’anno accademico mentre sono qui invece che con i miei amici a Bologna”».

Genitori Patrick Zaki: «Nostro figlio è esausto e stufo»

L’impotenza e il dolore dei genitori di Patrick è palese in riferimento alle parole del giovane: «Parole che ci hanno lasciato in lacrime, dato che siamo incapaci di aiutare nostro figlio in questa situazione straziante. Inoltre, ci ha sconvolto sapere che è diventato talmente depresso da dire: “Raramente esco dalla mia cella durante il giorno, perché non riesco a capire perché sono qui e non voglio affrontare la realtà per cui posso andare a camminare su e giù nel raggio di pochi metri, per poi essere rinchiuso di nuovo in una cella ancora più piccola”». La richiesta alle autorità e a chi ha il potere – e il dovere – di tirarlo fuori è quella di restituire il futuro a Patrick: «Restituiteci nostro figlio e restituiteci tutte le nostre vite».

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