La ministra Bonetti chiede di cambiare l’immagine dell’app Immuni con lo stereotipo di genere

Le immagini iniziali dell’app Immuni scatenano un dibattito che precede addirittura quello sul corretto funzionamento della stessa applicazione che dovrebbe monitorare il contagio da coronavirus offrendo delle indicazioni utili ai cittadini entrati in contatto con persone positive. Al momento l’app è stata attivata soltanto in Liguria, Abruzzo, Marche, Puglia, mentre i suoi download hanno superato le 500mila unità in un solo giorno. Ma è polemica – che arriva fino alle stanze del ministro della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti – sull’immagine iniziale dell’applicazione.

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Immagine App Immuni, le proteste dei politici sullo stereotipo di genere

Su Immuni, infatti, compaiono delle icone relative a uomini e donne. I primi sono ritratti al computer, intenti a lavorare. Nella finestra accanto, invece, ecco spuntare la figura femminile stilizzata, con un bambino in braccio. Il messaggio nemmeno troppo implicito è quello di una donna dedita alle faccende di casa (e così ritratta nell’immaginario collettivo) e di un uomo che, invece, si dedica al lavoro.

«Sulla immuni App – scrive Enrico Letta – peggio dell’immagine stereotipata (donna col bambino e uomo al lavoro) ci sono i commenti. Tanti, troppi, che la giustificano e si scandalizzano per lo scandalo». Gli fa eco Laura Boldrini, che aggiunge: «La donna col bambino in braccio e l’uomo al lavoro. Un app che dovrebbe tracciare il contagio, inquinata in partenza da insopportabili e anacronistici stereotipi. Su, forza, cambiamo quell’immagine e quella mentalità». 

Infatti, la cosa più incredibile è leggere tantissimi commenti che non hanno alcuna remora a sottolineare come questa sia una polemica sterile e inutile. Il sintomo più evidente di una mentalità patriarcale che, in Italia, non ci abbandonerà mai, di questo passo. 

«Io sono scandalizzata che lei si ostini imperterrito ad offendere le madri – scrive una utente -. E le richiedo: dove lo metterebbe lei il bambino?», mentre dall’associazione Pro Vita arriva una risposta incredibile: «Una bufera per nulla. Politici che si stracciano le vesti per un’immagine innocente ma che viene accusata di essere “stereotipata”. Lasciando da parte il mezzo, ossia l’app Immuni utile solo a tracciare degli italiani e a violare la loro privacy, come è possibile che oggi mostrare una donna con un bambino in braccio e il papà che lavora in smart-working diventi una colpa di cui chiedere scusa? L’immagine, prontamente rimossa, spiega questo Paese meglio di molte parole».

Che la polemica non sia sterile, in ogni caso, lo dimostra anche l’intervento della ministra Bonetti che ha chiesto ai gestori e agli ideatori dell’applicazione di sostituire quella immagine: «Ho scritto ieri alla ministra Paola Pisano e mi ha subito rassicurato sul fatto che si sta lavorando a una modifica che sarà rilasciata entro breve».

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