Come cambierà il concetto di apericena con la riapertura dei locali

11/05/2020 di Enzo Boldi

Che il Coronavirus abbia stravolto le nostre abitudini è una verità a cui, purtroppo, non possiamo sfuggire. Il numero di vittime – legato a quello dei contagiati – ci ha spinto (e ci spingerà) a modifiche sostanziali dei nostri comportamenti. L’Italia, piano piano, sta provando a rialzarsi dopo che la pandemia l’ha colpita profondamente e ora si guarda a una ripartenza, con concetti che adesso saranno completamente differenti dalle visioni che si avevano fino a qualche mese fa. Il comitato tecnico-scientifico sta provando a delineare le linee guida per la ripresa delle attività ristorative in questa fase due. E non cambieranno solo le cene e i pranzi, ma anche quel famoso apericena che si era trasformato – negli ultimi anni – in un vero e proprio appuntamento fisso.

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Tra le indicazioni presenti nel documento del Cts per la riapertura i bar, locali e ristoranti non si parla solamente della distanza interpersonale tra i commensali e quella tra un tavolo e l’altro (indicata nella misura di due metri, non quattro), ma si fa un’esplicita indicazione che modificherà il concetto di apericena per come lo abbiamo sempre conosciuto e vissuto. Spariranno, infatti, i famosi buffet.

Apericena arrivederci, addio ai buffet

Il motivo sembra semplice: con le cibarie varie distribuite su un unico tavolo, con un servizio fai da te da parte dei commensali, diventerebbe impossibile ottemperare alle indicazioni sulla sanificazione di tutti gli strumenti (dai piatti alle posate, passando anche per la sicurezza di pietanze tenute all’aria aperta). Insomma, i buffet tanto amati quando di va a fare apericena sono la via meno indicata – e per questo dovrebbero essere vietati, secondo il documento del comitato tecnico-scientifico – per la fase di convivenza con il virus. Sarà questa una delle tante abitudini che saremo costretti a cambiare.

(foto di copertina: da Pixabay)

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