Antonio Di Maio ha tempo fino a venerdì per aderire alla rottamazione: debito di 176mila euro

04/12/2018 di Redazione

È un conto salato quello che deve saldare con lo Stato per tasse non pagate Antonio Di Maio. Negli anni dal 2001 al 2011 al padre del vicepremier e capo politico del M5S Luigi sono state notificate ben 33 cartelle esattoriali. Tra debiti previdenziali, contributivi o tributi non pagati, il piccolo imprenditore edile deve versare oggi ad Equitalia oltre 176mila euro, 134mila più interessi di mora e altri oneri. Sarebbero stati proprio quei debiti ad indurlo a chiudere la sua ditta individuale e ad impedirgli poi di acquisire quote o ruoli di gestione nella ditta di famiglia, quando titolare dell’attività sono diventati la moglie e in seguito i due figli.

Antonio Di Maio e i debiti tributari e previdenziali, entro il 7 dicembre le rate 2018

Una via d’uscita è quella della rottamazione delle cartelle, che ha consentito ad Antonio Di Maio una consistente rateizzazione del debito. Il padre del leader M5S non è riuscito però a pagare tutte le rate. Come spiega oggi il quotidiano Il Messaggero, per proseguire la riduzione del debito è obbligato ora, precisamente entro venerdì prossimo, a versare le rate di luglio, settembre e ottobre 2018. Si tratta della rottamazione-ter, la prosecuzione di quella prevista dalle norme 2017. Per aderirvi il contribuente deve pagare le rate ultime del 2018 nel termine perentorio del 7 dicembre. Con l’adesione alla rottamazione contribuenti in difficoltà come Antonio Di Maio possono ridurre il dovuto pagando a rate solo il capitale iniziale, risparmiando gli importi legati a multe e interessi. Del debito del padre ha parlato anche Luigi Di Maio, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano in cui il ministro di Lavoro e Sviluppo Economico ha annunciato l’intenzione di liquidare l’azienda edile di famiglia.

(Immagine di copertina da video Facebook pubblicato sulla pagina di Antonio Di Maio)

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