Il videocitofono Ring di Amazon ha condiviso filmati con le forze dell’ordine senza il consenso degli utenti

È stata la risposta dell'azienda rispetto a una sollecitazione del senatore Ed Markey

14/07/2022 di Redazione

L’indagine è partita da un senatore democratico, Ed Markey, che ha chiesto ad Amazon se il suo prodotto che ha cambiato il mondo dei video citofoni – ovvero Amazon Ring – abbia mai condiviso le immagini captate dalle proprie telecamere con le forze dell’ordine. Rispetto a questa domanda, Amazon ha risposto positivamente, aprendo ancora una volta un tema su quanto la tecnologia e quanto le telecamere di aziende esterne al settore pubblico possano essere coinvolte nel monitoraggio, nella sorveglianza e nella gestione della sicurezza da parte delle forze dell’ordine.

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Amazon Ring e le immagini condivise con le forze dell’ordine

La condivisione delle immagini in questione sarebbe avvenuta, ovviamente, senza il consenso dell’utente. Amazon ha ammesso questa azione per almeno 11 casi nel corso dell’ultimo anno. Tuttavia, Amazon ha anche chiarito al senatore Markey quali fossero le circostanze all’interno delle quali la condivisione delle immagini con le forze dell’ordine è avvenuta. Testualmente, l’azienda ha specificato queste circostanze: «c’era un imminente pericolo di morte o eravamo in presenza di gravi lesioni fisiche».

La condivisione delle immagini captate da Amazon Ring con le forze dell’ordine è prevista dai regolamenti del device. Tuttavia, questa condivisione dovrebbe avvenire dopo una richiesta esplicita al proprietario del dispositivo, informandolo della richiesta da parte delle forze dell’ordine (che può essere formalizzata anche attraverso un mandato). Ma i casi analizzati nella fattispecie riguardavano invece delle circostanze che richiedevano un accesso immediato alle immagini e non c’erano tempi e modi per la procedura informativa del proprietario del dispositivo.

Questa e altre circostanze – prese in esame dal senatore – lo hanno portato a emettere una nota: «La crescente dipendenza delle forze dell’ordine dalla sorveglianza privata – scrive – crea una crisi di responsabilità e sono particolarmente preoccupato che la sorveglianza biometrica possa diventare centrale nella crescente rete di sistemi di sorveglianza di cui sono responsabili Amazon e altre potenti società tecnologiche».

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