La svolta di Amazon sui rivenditori di terze parti per evitare lo scontro con l’antitrust UE

Due sono gli aspetti che il grande colosso dell'e-commerce ha promesso di rivedere per allontanare lo spettro delle sanzioni

14/07/2022 di Redazione

Nel grande teatro della concorrenza e delle normative europee che la regolano, nella giornata di oggi può essere arrivata una svolta importante da parte di Amazon, soprattutto rispetto alle sue policies con i rivenditori di terze parti che era stata fortemente attenzionata, in passato, dall’organismo antitrust dell’Unione Europea. Il rischio era quello di pagare una sanzione pari fino al 10% del suo fatturato all’interno degli Stati membri, ma le rassicurazioni che il colosso dell’ecommerce ha dato alle istituzioni europee sembrano muoversi in una direzione completamente opposta.

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Amazon e antitrust UE: la marcia indietro del colosso Big tech

Amazon, si sa, è una piattaforma che concede visibilità e ospitalità anche ai venditori di terze parti, che rappresentano un core business importante per il colosso dell’ecommerce. Proprio in questa ottica, infatti, sono state instradate delle decisioni molto precise che hanno coinvolto Amazon e le sue strategie di mercato. Tuttavia, molto spesso Amazon è stato accusato di non avere lo stesso riguardo (che invece ha per le proprie transazioni economiche) per i rivenditori di terze parti che si appoggiano alla sua piattaforma.

Quattro anni fa, l’organismo che si occupa della correttezza della concorrenza in Europa aveva aperto un’indagine per dimostrare che Amazon stesse utilizzando i dati dei rivenditori di terze parti per ottenere dei vantaggi – tipici dei regimi monopolistici – sui propri asset commerciali e sulle proprie transazioni. Inoltre, sempre Amazon era stato accusato più volte di aver favorito i rivenditori che utilizzavano i servizi logistici dell’azienda, preferendoli a quelli che avevano un proprio sistema di logistica (a questo proposito, si era espressa anche Agcm).

L’azienda, tuttavia, ha mostrato che su questi due fronti farà dei passi in avanti, venendo incontro alle richieste del regolatore europeo, pur convinto che – soprattutto negli stati dell’Unione – le istituzioni stiano prendendo di mira maggiormente Amazon rispetto ad altri colossi americani. Adesso la palla passerà all’antitrust UE, che verificherà – attraverso il confronto con i rappresentanti dei rivenditori di terze parti – se l’azienda ha soddisfatto le richieste.

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