La faccia di Gallera quando gli dicono che la Regione poteva dichiarare Alzano e Nembro ‘zone rosse’ a prescindere dal governo | VIDEO

07/04/2020 di Enzo Boldi

Il botta e risposta tra la Regione Lombardia e il governo sulla chiusura delle zone rosse di Alzano e Nembro – dove il numero di contagi e morti da Coronavirus sono stati elevatissimi – è proseguita anche nelle ultime ore. Questa mattina Giulio Gallera, nel suo intervento in collegamento con Agorà, su Rai 3, ha provato a spiegare il motivo di quei ritardi confermando che la Regione poteva decidere autonomamente di chiudere gli accessi e le uscite da quelle due cittadine. Ma nel farlo continua ad accusare il governo con il classico: «Stavamo per, ma…».

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Gallera racconta a Serena Bortone che la sera del 3 marzo scorso era al telefono con Brusaferro (dell’Istituto Superiore di Sanità). Stavano ragionando, secondo il racconto dell’assessore al Welfare della Regione Lombardia, sulla dichiarazione di zona rossa per Alzano e Nembro. Poi, però, è arrivata la notizia: il governo stava ragionando sull’istituzione di una zona rossa in tutta la Lombardia. Per questo motivo il tutto si sarebbe fermato.

Alzano e Nembro, i ritardi per la zona rossa

Insomma, il governo ci avrebbe messo troppo tempo per dichiarare la zona rossa in tutta la Lombardia e la Regione ha atteso per quel motivo, secondo Giulio Gallera. La realtà dei fatti, però, arriva quando Serena Bortone – conduttrice di Agorà – ribadisce all’assessore che quella decisione poteva comunque esser presa in autonomia dalla sua Regione, ma ciò non è stato fatto.

Le responsabilità della Regione e non del governo

Ed è la realtà dei fatti. Come accaduto in altre città e comuni italiani, le Regioni hanno deciso singolarmente – ovviamente dopo averlo comunicato al governo – di chiudere gli accessi in quei centri in cui si è registrata un’alta concentrazione di contagi. E lo stesso Gallera ha ammesso che c’era questa possibilità, prima di ripartire a testa bassa contro l’Esecutivo.

(foto di copertina: da Agorà, Rai 3)

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