Il Grosseto chiede lo stop alla gogna mediatica contro l’allenatore licenziato per aver insultato Greta Thunberg
30/09/2019 di Enzo Boldi
Quegli insulti rivolti a Greta Thunberg sui social sono costati la panchina e il ruolo di vice allenatore Grosseto e non solo (nel settore dei Giovanissimi) a Tommaso Casalini. Una frase molto più che infelice, soprattutto perché rivolta a una 16enne che tenta di risvegliare le coscienze di molti, senza però imporre nulla a nessuno. L’US Grosseto 1912 – club la cui prima squadra milita in Serie D – ha avuto il coraggio di licenziare quell’uomo che ha scritto quanto di più vergognoso si potesse pensare, ma ora chiede lo stop agli insulti e alla gogna mediatica contro di lui, perché ha già pagato con il licenziamento.
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«Fermi nella decisione, ma no alle gogne mediatiche, ha già pagato (il vice allenatore Grosseto, ndr) con il sollevamento dall’incarico l’errore commesso – ha scritto la società calcistica toscana nel suo comunicato aggiuntivo alla comunicazione fatta stamattina -. In merito alla decisione di sollevare dall’incarico il dirigente accompagnatore dei Giovanissimi A Tommaso Casalini, in seguito alle pesanti affermazioni da lui rilasciate su Fb, vogliamo ribadire che la scelta è stata fatta perché siamo convinti che il nostro staff debba essere prima di tutto un modello per i bambini e per i ragazzi che fanno parte dell’intero movimento calcistico».
Allenatore Grosseto licenziato dopo gli insulti a Greta
La condanna, dunque, viene confermata e sottolineata con la conferma del licenziamento. Ma per i vertici dell’US Grosseto 1912 è ora di finirla qui senza proseguire in un dibattito che è trasceso nei soliti insulti: «Ci teniamo però a precisare – aggiunge il club toscano nella sua nota ufficiale – che, nonostante la gravità del fatto, che abbiamo ritenuto opportuno sottolineare e punire con seri e tempestivi provvedimenti, non crediamo sia opportuno e corretto stigmatizzare una persona che probabilmente ha fatto un commento gravissimo forse con troppa leggerezza e superficialità, e ha già pagato con il sollevamento dall’incarico l’errore commesso».
Atto dovuto, no alla notorietà per questo
«La nostra scelta – conclude la società – è stata attuata per portare avanti un principio importante che si pone come obiettivo principale la crescita e l’educazione sportiva dei ragazzi, consentendoci di svolgere al meglio il nostro compito, ma non certo per mettere alla gogna nessuno, né per cercare occasioni di visibilità per la nostra società».
(foto di copertina: da archivio ZUMA Press)