Ma perché, leggere i libri è un insulto?

In molti stanno sezionando, frame by frame direbbero quelli bravi, il video della litigata tra Massimiliano Allegri e Lele Adani, andata in scena nella serata del 27 aprile all’indomani del derby d’Italia Inter-Juventus. Lasciamo perdere le considerazioni tattiche, lasciamo perdere anche l’opportunità di criticare un allenatore dopo che quest’ultimo ha vinto sei scudetti consecutivi. L’assunto principale è che il calcio è bello se si gioca bene, ma anche se si conquista qualche titolo da mettere in bacheca.

Allegri-Adani, l’insulto singolare scelto dall’allenatore della Juventus

Lasceremo persino perdere lo scarso tatto di una persona che, per manifestare il proprio pensiero, zittisce l’interlocutore, scadendo in quella logica da reality show gridato che ormai si è impossessata della nostra televisione, a qualsiasi livello. Anche quando si dovrebbe intervenire in un dibattito pubblico. Capita con la politica, figuriamoci con lo sport da stadio.

La cosa che più stupisce del litigio Adani-Allegri è la cifra stilistica degli insulti utilizzati per sminuire l’avversario della tenzone. L’allenatore della Juventus ha accusato il commentatore di Sky di «leggere libri». Come se fosse l’offesa più terribile di tutte. Il capo principale, anzi, dal quale si dipanava il j’accuse di Allegri.

Allegri-Adani, da quando leggere libri è diventato un insulto?

Anche Adani sembrava essere stupito da queste parole. Spiazzato dal fatto che venisse usata la frase «tu leggi libri», laddove poteva esserci – per dire – un insulto più scurrile o un «tu eri un difensore mediocre», per restare in tema. Dobbiamo esserci persi qualche passaggio. Da quando leggere libri è diventato un insulto? Da quando sfogliare delle pagine per arricchirsi culturalmente è diventato un problema? Da quando imparare qualcosa di nuovo è diventato addirittura un motivo per beccarsi una sfuriata in diretta sul principale canale sportivo nazionale?

«Tu leggi i libri» usato come insulto è il simbolo dell’attuale società. Dove l’approfondimento – e Adani è uno che approfondisce davvero – diventa un minus. Dobbiamo fare, dobbiamo portare a casa risultati, dobbiamo essere pratici. Leggere è roba da sfigati. Ahinoi.

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