Anche Luigi Di Maio ha le sue alleanze con gli estremisti dell’ultradestra

05/04/2019 di Enzo Boldi

Il pulpito. Prima di accusare qualcuno di aver commesso un peccato, occorrerebbe fare un lungo percorso di autocoscienza e verificare se ciò che rimproveriamo agli altri, in realtà, dovremmo prima contestarlo a noi stessi. Negli ultimi giorni, infatti, Luigi Di Maio sembra essersi svegliato dal torpore e si è reso conto che il suo compagno di viaggio in questa esperienza di governo ha contatti con i partiti dell’ultradestra europea. Non è una novità, ma il leader pentastellato sembra essersene accorto solo ora (in realtà lo sappiamo tutti che non è così, ma si è entrati nel periodo elettorale). Ma se andiamo a scandagliare tra le alleanze M5S in vista del voto per il rinnovo del Parlamento Europeo possiamo notare come il pulpito da cui è partita la predica non sia senza macchia e senza peccato,

Il tutto è stato fatto alla luce del sole, in ben due occasioni, con incontri condivisi fieramente sui social. Ma partiamo da quello che mediaticamente ebbe un riverbero minore. Era l’8 gennaio di quest’anno, quando Luigi Di Maio, parlando delle alleanze M5S in giro per l’Europa in vista del voto di maggio, aveva pubblicato questa foto su Instagram.

 

 

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Ieri sono stato a Bruxelles per incontrare alcune delle forze politiche con cui stiamo lavorando al gruppo europeo di cui farà parte il MoVimento 5 Stelle. Li vedete nella foto. Siamo io, il polacco Pawel Kukiz, il croato Ivan Sincic e la finlandese Karolina Kahonen. Sono leader di movimenti che nei loro Paesi sono alternativi a quelli tradizionali, sono nati da poco e sono giovani, ma hanno un consenso sempre maggiore. Sono le energie più fresche e belle dell’Europa. Su alcune cose non la pensiamo allo stesso modo, ma stiamo preparando un manifesto comune la cui stella polare sarà la democrazia diretta. Il nostro sogno è un’Europa con più diritti sociali, più innovazione e meno privilegi. Un’Europa che mette al primo posto i bisogni dei cittadini. Nei prossimi giorni incontrerò alcuni rappresentanti dei gilet gialli, se leggete le loro rivendicazioni, sono le nostre, speriamo si presentino alle europee. Oggi sul Fatto Quotidiano trovate una mia lunga intervista in cui racconto queste cose. Buona giornata! 🇮🇹🇵🇱🇭🇷🇫🇮💪🏻😀

Un post condiviso da Luigi Di Maio (@luigi.di.maio) in data:

Le alleanze M5S con l’ultradestra europea

Il leader pentastellato si era recato a Bruxelles «per incontrare alcune delle forze politiche con cui stiamo lavorando al gruppo europeo di cui farà parte il MoVimento 5 Stelle». E inizia con il racconto dei personaggi immortalati anche nel selfie in sua compagnia. Tralasciando la donna Karolina Kahonen (leader di un movimento di della destra moderata finlandese) e l’uomo con i capelli a caschetto Ivan Sincic (leader del partito croato Živi zid, che ha sempre espresso simpatie per Vladimir Putin), l’attenzione cade sul signore alle spalle dei tre. Si tratta dalla rockstar polacca Pawel Kukiz.

Come già descritto da Giornalettismo in passato, si tratta del fondatore di un partito anti-establishment che porta il suo nome: Kukiz 15. In patria è famoso per esser nato da una costola del Movimento Nazionale che ha fatto del manifesto pro-razza bianca uno dei punti cardini del suo successo. Inoltre, il loro nome in Italia è famoso per alcuni contatti avuti con Forza Nuova. Per sintetizzare: si tratta di estremisti di destra. È da sempre contrario al Gay Pride, ai diritti delle coppie omosessuali ed è un convinto anti-abortista. Nel suo passato anche alcune dichiarazioni antisemite e antisioniste, come quando accusò chi manifestava contro di lui di esser stato pagato dai «banchieri ebrei».

Poi, anche se non erano presenti all’incontro con Luigi Di Maio a Bruxelles, c’è quell’alleanza con i greci di Akkel, guidati da Evangelos Tsiobanidis. Non si tratta di un partito che ha riscosso grande successo, anche perché è un piccolo movimento dell’agricoltura e dell’allevamento. Piccoli numeri ma prese di posizione da ultradestra spinta, come quando, parlando di immigrazione accusò il tentativo di portare avanti una «sostituzione etnica» da parte dell’Unione Europea e della Nato. Posizione che ci riporta alle memoria qualcosa di comune. 

Il tentativo fallito con i gilet gialli

Il secondo specchio delle alleanze M5S in vista delle Europee è stato solo un tentativo, fallito. Il viaggio di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista in Francia per incontrare la fronda più facinorosa dei gilet gialli è ormai noto a tutti e creò anche un profondo gelo e una crisi diplomatica tra Italia e Francia. Poi il tentativo di un’alleanza fallì, con i transalpini che rifiutarono le lusinghe dei penstastellati, che rientrarono a Roma con un nulla di fatto. Due casi che rendono il pulpito da cui è partito il j’accuse non è dei più puliti.

(foto da profilo Facebook di Luigi Di Maio)

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