Allarme dai pronto soccorso: «Situazione drammatica, lockdown nazionale unica soluzione»
A portare la questione all'attenzione del governo è Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso in Lombardia
27/10/2020 di Ilaria Roncone
Torniamo al primo lockdown, alla crisi dei pronto soccorso. L’allarme lo lancia Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi che però parla della situazione nazionale. Vista la curva dei contagi che cresce in maniera esponenziale «l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale». Con la Lombardia vicina al collasso per evitare che la situazione diventi la stessa in tutta Italia viene invocata la chiusura nazionale.
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L’allarme dei pronto soccorso e la necessità del lockdown nazionale
«L’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale»: le parole che il paese non vuole sentire, viste anche le molte proteste che hanno preso vita negli ultimi giorni – dopo l’approvazione dell’ultimo Dpcm che ha sancito la chiusura di ristoranti e locali alle 18, cinema e teatri – ma che arrivano direttamente da chi ogni giorno è in prima linea per combattere gli effetti del coronavirus sulla nostra salute. Fontana e Sala – per quanto riguarda un lockdown Lombardia – frenano.
Fontana e Sala contro lockdown Milano
Fontana e Sala si oppongono all’ipotesi di lockdown per Milano, seppure Ricciardi abbia affermato che – vista la circolazione del virus – la chiusura totale sia il solo modo per arrestare la crescita esponenziale della curva in quell’area. Anche Massimo Galli, primario di Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano, non sente di escludere la necessità di adottare misure estreme per Milano. Per ora dal lato dell’amministrazione regionale e comunale non se ne parla. Attilio Fontana si sente di escludere un nuovo lockdown poiché non ci sono «le condizioni per prevedere ipotesi di questo genere, anzi, tutti i nostri interventi vanno nella direzione di evitare ogni tipo di lockdown». Prevista in giornata una nuova ordinanza in Lombardia che ribadisca le limitazioni regionali in linea col nuovo Dpcm entrato in vigore. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha parlato di «10, 15 giorni di tempo» utili che ancora rimangono prima di decidere se procedere o meno in questa direzione. Il sindaco ha sottolineato che «al momento abbiamo 80 pazienti intubati a Milano 201 in Lombardia. Ad aprile erano oltre 1500. Ma il punto è la media intensità di cura che intasa gli ospedali. Il problema è la massa dei ricoveri. Ma non è qualcosa di irrisolvibile e soprattutto che ci debba portare a un nuovo lockdown».