Torna l’allarme ebola in Congo (ma potrebbe essere meno grave di quello che pensate)

17/05/2018 di Redazione

Lo scoppio di un’epidemia di ebola in un’area rurale della Repubblica democratica del Congo (Rdc) ha fatto tornare l’allarme su un virus che nel 50% dei casi è mortale.

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La zona interessata è quella di Wangata, nel nord-est del paese, ma rischia di allargarsi a Mbandaka, città da 1,2 milioni di abitanti. Nelle ultime settimane sono state contagiate 44 persone, le vittime sono state 23.

Se dalla campagna il virus dovesse arrivare alla città, i tentativi di controllare l’epidemia sarebbe pari a zero. L’Organizzazione mondiale della sanità sta già monitorando la situazione: “Si tratta di uno sviluppo preoccupante, anche se ora abbiamo gli strumenti migliori per combattere l’ebola – ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS – l’OMS e i nostri partner stanno prendendo misure decisive per fermare l’ulteriore diffusione del virus“.

L’Organizzazione ha inviato 30 esperti nella regione, priva di servizi sanitari adeguati a contenere l’epidemia. Anche le Nazioni Unite, insieme a Ong come Médecins sans Frontières, sono impegnate a garantire l’adeguata prevenzione alla popolazione locale.

“L’arrivo dell’ebola in un’area urbana è molto preoccupante e l’OMS e i suoi partner stanno lavorando insieme per aumentare rapidamente la ricerca di tutti i contagiati nell’area di Mbandaka”, ha commentato il direttore regionale dell’Oms in Africa Matshidiso Moeti.

Il primo caso di ebola è stato registrato nel 1976 tra le regioni dell’odierna Repubblica democratica del Congo e il Sudan del Sud.

Il più grave è avvenuto nel 2014 tra Guinea, Liberia e Sierra Leone. I casi confermati furono 28,616, i morti 11,310.

(Foto credits: Ansa)

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