I risultati della perizia sulla handbike di Alex Zanardi e sul tratto di strada in cui è avvenuto l’incidente
Non sono stati evidenziati problemi sul mezzo, né sull'asfalto
15/09/2020 di Enzo Boldi
In attesa di buone notizie sulle condizioni di salute di Alex Zanardi, stanno trapelando le prime notizie sulla perizia effettuata sulla handbike guidata dal campione paralimpico in quel drammatico 19 giugno scorso. Secondo quanto raccolto da AdnKronos, il mezzo su cui viaggiava Zanardi era perfettamente funzionante al momento dell’incidente. Rilievi sono stati effettuati anche sul manto stradale che, secondo gli esami, non presentava difetti.
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La consulenza dei periti era stata chiesta dal Tribunale di Siena che sta indagando sulle cause dell’incidente che lo scorso 19 giugno ha coinvolto Alex Zanardi. A effettuare la perizia è stato l’ingegner Dario Vangi, considerato uno dei migliori specialisti nei casi di incidente stradale. E dopo 60 giorni dalla richiesta, come da prassi, quei rilievi sono stati consegnati alla Procura che ora li allegherà al fascicolo di inchiesta.
Alex Zanardi, dalla perizia non emergono danni alla handbike
Si sarebbe trattato – come evidenziato fin dai giorni successivi – di un errore umano e non di problemi terzi. La handbike guidata da Zanardi durante l’evento ‘Obiettico Tricolore’ sulla strada stradale provinciale 146 (nel tratto che unisce Pienza e San Quirico d’Orcia) non presentava guasti meccanici e il manto stradale era regolare (quindi non c’erano crepe, avvallamenti o buche nella zona dell’incidente).
A che punto è l’inchiesta
Per il momento, in attesa di novità, nel registro degli indagati compare solamente il nome di Marco Ciacci, il 44enne trasportatore senese che guidava il tir su cui si è scontrato Alex Zanardi. Contro di lui, ma si tratta di un atto dovuto, c’è l’accusa di lesioni colpose gravissime da incidente stradale. Per quel che riguarda le condizioni del campione paralimpico, le ultime notizie risalgono al 19 agosto scorso, dopo il suo trasferimento in una clinica riabilitativa di Lecco (prima) e all’Ospedale San Raffaele di Milano (poi).