Alessandro Sallusti : «L’accordo di Malta non convince, invece che parlare con Greta l’Onu vada in Libia»

Incredibile ma vero: tutti gli ospiti a Otto e mezzo si sono trovati d’accordo. Massimo Cacciari, Alessandro Sallusti e Marianna Aprile hanno concordato che l’accordo, anzi il preaccordo di Malta non è una vera svolta, ma solo un piccolo passo: sicuramente un cambio di approccio, ma è troppo presto

L’accordo di Malta che non convince

«Prima di parlare di svolte ce ne vuole» apre Massimo Cacciari nella puntata di Otto e Mezzo in onda su La7 lunedì 23 settembre. «Rispetto al bricolage pazzesco e per certi versi criminale dal punto di vista del diritto internazionale degli anni scorsi – continua Cacciari – bisogna vedere il quarto di bicchiere pieno». L’ex sindaco di Venezia, raccogliendo poi l’assenso degli altri ospiti intervenuti dopo di lui, evidenzia che «adesso sicuramente qualcosa in più funzionerà» ma che è necessario comprendere e tenere presente che questo pre accordo riguarda le Ong e le missioni internazionali, ma così facendo si affronta «solo una parte del fenomeno complessivo» che ora potrà «essere approcciato meglio di prima, sempre se i paesi fanno davvero sul serio». «Sono solo l’8%» puntualizza Alessandro Sallusti, che aveva definito il pre accordo un “eurobidone”, sentenziando però che «la montagna Europa ha partorito un topolino, per di più insidioso». Definendo «più che legittima» l’attività di soccorso in mare delle missioni internazionali e delle Ong, prevede che questo abbai un effetto contrario:  «Gli scafisti lanceranno gli sos a largo, e le persone verrano prese indipendente che siano rifugiati o meno. È quasi un incentivo agli scafisti perché c’è una certezza di ricollocazione in Europa». Scettica anche Marianna Aprile che evidenzia come lo slogan “l’Italia non è più sola” ricalchi « le stesse parole del primo Conte a giugno 2018, “chi sbarca in Italia sbarca in Europa”. Poi abbiamo visto cosa è successo nei mesi successivi- continua la giornalista-  L’annunciazione in se non permette di dare molto credito».

Alessandro Sallusti: «Invece che parlare con Greta l’Onu vada in Libia»

Alessandro Sallusti ha però tenuto a sottolineare un paradosso: pur elogiando la ministra Lamorgese, il direttore de Il Giornale sostiene che i passi avanti, anche se piccoli, ottenuti ora, siano stati resi possibili dalla politica di Matteo Salvini. L’esempio citato dal giornalista è la strategia della deterrenza, «perché la guerra mondiale non è scoppiata perché c’erano i missili puntati, non con il “vogliamoci bene”». I toni sembrano scaldarsi ancora, e Sallusti critica l’Europa e l’Onu che «invece di andare a parlare con Greta Thunberg» dovrebbe andare in Libia, per affrontare il problema alla fonte continua il giornalista riprendendo alcune posizioni espresse da Massimo Cacciari. E su Conte dice: «È un po’ come quelle donne che tutti vogliono ma nessuno si piglia, e alla fine rimane zitella» condannano la eccessiva pacatezza del presidente del Consiglio che, nell’ottica del giornalista, non prenderebbe mai una vera posizione.

(Credits immagine di copertina: Twitter La7@La7tv)

 

 

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