Il deputato leghista che in Aula definisce Silvia Romano una «neo-terrorista» | VIDEO

13/05/2020 di Enzo Boldi

Ennesimo pessimo capitolo all’interno del Parlamento italiano. Protagonista in deputato della Lega, Alessandro Pagano, che nel corso del suo intervento alla Camera ha etichettato Silvia Romano come una «neo-terrorista». Parole che, ovviamente, hanno provocato le reazioni degli altri parlamentari e l’intervento di Mara Carfagna, presidente di turno dell’Aula. Una scena raccapricciante a Montecitorio. Chissà cosa ne pensa il leader del partito Matteo Salvini.

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«Siamo in presenza di una volontà anti-religiosa fortissima, la task force che ha deciso tutto questo è stata la foglia di fico dietro cui si è nascosto il Presidente Conte che ha deciso di dire che i consulenti remunerati abbondantemente e profumatamente avevano dato questo consiglio». Questo il preambolo del leghista Alessandro Pagano prima di pronunciare quella vergognosa frase su Silvia Romano, con paralleli populisti che sono solamente l’indice di un odio sommerso nei confronti della giovane.

Alessandro Pagano, il leghista che etichetta Silvia Romano come neo-terrorista

«I dpcm hanno deciso anche quante persone devono entrare in un funerale, abbiamo assistito a un figlio della patria, a un poliziotto che è morto al cui funerale erano presenti 15 persone, ma nessuna autorità dello Stato presente – ha detto Alessandro Pagano -. Poi, però, abbiamo osservato che quando è venuta la neo-terrorista, visto che è risaputo che al-Shabaab questo è e questo finanzia».

 

Le proteste dell’Aula e l’intervento di Mara Carfagna

Parole improvvide, per non usare altri termini, che hanno provocato le proteste dell’Aula e l’intervento di Mara Carfagna in difesa di Silvia Romano: «Credo che riferirsi alla giovane con il termine ‘neo-terrorista’ sia alquanto improprio, soprattutto in quest’Aula’. Il deputato leghista spiega che questo è scritto tra le pagine de La Repubblica, dimostrando di non aver letto bene (o, almeno compreso) gli articoli pubblicati in questi giorni. L’indignazione è legittima per quella dichiarazione pronunciata in Parlamento.

(foto di copertina: da canale Youtube della Camera dei deputati)

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