Parla Alberto Malesani: «Ma che mollo? I social mi hanno rovinato la carriera»
12/10/2018 di Enzo Boldi
La sua ultima esperienza su una panchina di calcio risale al 2014, in quel di Reggio Emilia alla guida del Sassuolo. Alberto Malesani, allenatore del Parma dei miracoli a cavallo tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo Millennio, non fa più parte del mondo del calcio da anni. In un’intervista dal Corriere dello Sport ha raccontato come buona responsabilità di questo suo allontanamento sia da attribuire ai social che troppo spesso hanno ironizzato su di lui penalizzandolo dal punto di vista professionale.
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«Sono stato giudicato per le immagini e non per il lavoro che ho fatto sul campo come avrebbe dovuto essere – spiega Malesani al Corriere dello Sport -. Le mie esternazioni, le mie espressioni, il mio modo di essere persona e di evidenziare la passione per il calcio sono stati ripresi dai social e di conseguenza sono stato deriso e sbeffeggiato. Non ci sono altri motivi». L’ex allenatore di Palermo, Verona, Parma e Genoa (alcune tra le sue tante esperienze in panchina) è sicuro che le ironie girate su Facebook abbiano condizionato l’idea che il mondo del calcio – e i suoi protagoniosti – abbiano avuto su di lui.
Alberto Malesani e le cazzate sui social
«Credo di aver sempre lavorato bene, con spunti avveniristici e con idee innovative e non quelle trite e ritrite delle quali sento sempre parlare – prosegue Malesani nell’analisi della sua carriera -. Il calcio è una ricerca quotidiana e magari non avendolo saputo spiegare sono finito per diventare famoso per quelle cazzate sui social. Se mi sono venduto male o non sono stato capito? Non è che non mi senta capito, ma le confesso che pensavo di finire meglio la mia carriera. Le dico di più: pensavo di meritare di finirla meglio».
Il presente e il futuro tra i vigneti veneti
La sua ultima esperienza sul campo è stata poco felice. Nel gennaio del 2014 venne chiamato da Giorgio Squinzi alla guida del Sassuolo per sostituire Eusebio Di Francesco sulla panchina neroverde. Cinque sconfitte in altrettante partite: tanto è bastato per far tornare la società emiliana sui suoi passi, salutare Malesani e richiamare l’attuale allenatore della Roma. Ora si dedica al vino dal suo vigneto a Trezzolano di Verona dove – insieme a un suo amico enologo – produce Amarone e Valpolicella.
(foto di copertina: ANSA/SERENA CAMPANINI)