«Mio figlio non è un criminale»: parla il padre di Alberto Antonello, la cui storia ispirò Salvatores

03/11/2019 di Enzo Boldi

L’incidente nella notte di Halloween dopo una serata passata in discoteca aggiunge un nuovo dramma al romanzo della famiglia di Alberto Antonello. Il giovane, secondogenito, si era messo alla guida della sua automobile dopo aver bevuto e, solo qualche ora prima, le forze dell’ordine gli avevano sequestrato la patente per possesso di hashish. Lo schianto sulla strada di ritorno verso casa, a Castelfranco Veneto, ha provocato la morte dell’altrettanto giovane fidanzata Giulia, mentre lui – 19 anni – lotta ancora tra la vita e la morte.

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Il 19enne, secondo le ricostruzioni, era stato fermato poco prima dello schianto (all’altezza di Musile di Piave, nel Veneziano) dalle forze dell’ordine che aveva trovato una piccola dose di Hashish nella sua macchina, guidata con a bordo altre 5 persone. Come da regolamento del codice della strada – essendo un neo-patentato – la polizia ha provveduto con il ritiro della patente, ma con un permesso di guida provvisorio per tornare a casa. Il giovane, però, ha deciso di riaccompagnare gli amici e poi intraprendere la strada della discoteca King’s di Jesolo in compagnia della fidanzata Giulia Zanardin, 18 anni.

L’incidente di Alberto Antonello

Sulla strada del ritorno, però, qualcosa è andato storto. La sua automobile è uscita fuori strada e si è andata a schiantare. Per la 18enne Giulia non c’è stato nulla da fare ed è morta sul colpo. Alberto Antonello, invece, è stato ricoverato in gravissime condizioni ed è ancora in coma. Le prima analisi, però, hanno confermato la presenza di alcol nel suo corpo, oltre i limiti consentiti dalla legge. Il padre, Franco, non si capacita di quel che è successo, ma chiede che il figlio non venga trattato come un criminale.

La storia e le difficoltà della sua famiglia

La famiglia di Alberto Antonello ha una storia molto particolare. Il padre, il signor Franco, raccontò il suo rapporto con l’altro figlio autistico – il 26enne Andrea – e divenne un simbolo sia nella trasmissione Le Iene che per Gabriele Salvatores. L’uomo, infatti, aveva abbandonato il suo lavoro da imprenditore per prendersi cura del proprio primogenito, facendo lunghi viaggi con lui. Tutti narrati e raccontati per mostrare al mondo come si possa sorridere di fronte alle difficoltà.

(foto di copertina: da Facebook)

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