La Alan Kurdi si dirige verso Malta e attacca Matteo Salvini

06/04/2019 di Enzo Boldi

Dopo quanto accaduto tra il tardo pomeriggio e la sera di venerdì, la nave Alan Kurdi con a bordo 64 persone salvate la scorsa settimana da un gommone in avaria a largo della Libia si sta allontanando dal confine delle acque internazionali italiane. Ora la rotta dell’imbarcazione della Ong tedesca Sea-Eye è Malta, dove chiederà al governo de La Valletta di consentire lo sbarco ai migranti presenti a bordo. In attesa di una risposta, si accendono le accuse nei confronti di Matteo Salvini.

«Non ha umiliato solo i naufraghi, ma sfrutta tutto e tutti per ottenere il massimo vantaggio possibile da questa situazione», accusano dalla Ong tedesca. Nel tardo pomeriggio di ieri, infatti, il Viminale aveva dato il via alle operazione di sbarco (a largo di Lampedusa) solamente a due donne e ai loro figli di uno e sei anni, ma loro si sono rifiutate perché non volevano separarsi dai rispettivi mariti. Una presa di posizione che ha portato Matteo Salvini a rispondere sui social: «Rifiutano lo sbarco? Non mi resta che augurargli buon viaggio verso Berlino». Ed è proprio su questo che Sea-Eye attacca il ministro dell’Interno.

 

La Alan Kurdi verso Malta

E per accusare Salvini citano l’articolo 16 della Dichiarazione Universale Dei diritti Umani: «La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato». Le registrazioni audio tra il comandante della nave Alan Kurdi e il Foreign Office che mette in atto le indicazioni del Viminale, infatti, svelano come non ci sia stata alcuna intenzione da parte della Ong di far sbarcare tutti i 64 migranti a bordo, ma di far scendere sei persone: le due donne, i loro due figli e i loro due mariti. Proprio per non separare le famiglie.

Le accuse all’Italia

«Sea-Eye accusa l’Italia di non aver rispettato i decisivi obblighi di protezione per fare una strumentalizzazione politica delle famiglie  – si legge nel comunicato pubblicato dalla Ong tedesca -. Non c’era alcuna ragione obiettiva per insistere sulla separazione delle famiglie. È, invece, presumibile l’intenzione dei decisori politici di guidare l’equipaggio di Alan Kurdi verso un dilemma morale. Sea-Eye condanna questa strategia politica e chiede un percorso più responsabile».

(foto di copertina da Twitter)

Share this article
TAGS