Le promesse elettorali a Cinque Stelle del neo-sindaco leghista di Ferrara

10/06/2019 di Enzo Boldi

La Lega riporta Ferrara a una guida di destra dopo 69 lunghissimi anni durante i quali il colore predominante è stato il rosso. A trionfare ai ballottaggi è stato il candidato del Carroccio Alan Fabbri che, con il 56,77% dei consensi, ha sconfitto Aldo Modenesi del Centrosinistra (fermo 43,23 punti percentuali). Un successo festeggiato dagli uomini di Matteo Salvini anche troppo sopra le righe, come conferma l’episodio dello striscione per Giulio Regeni coperto con la bandiera leghista.

Nelle ultime ore dalla sua campagna elettorale, Alan Fabbri è diventato una vera e propria appendice del governo nazionale, regalando un programma di «cose da fare» ad hoc anche per tutti gli elettori del Movimento 5 Stelle, rimasti fuori dal ballottaggio a Ferrara con il candidato Tommaso Mantovani rimasto fermo al 6,83% nel primo turno dello scorso 26 maggio. Una sorta di ‘contratto’, per spingere gli elettori e sostenitori pentastellati a votare per lui al secondo turno, che ha il sapore del ‘Contratto del Cambiamento’ firmato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini lo scorso anno alla vigilia della formazione del governo e alla genesi dell’alleanza giallo-verde.

Alan Fabbri e il contratto di governo con gli elettori M5S

«I punti del mio programma che potrebbero interessarvi in occasione del ballottaggio». Inizia così, con un chiaro invito agli elettori del Movimento 5 Stelle, il post Facebook di Alan Fabbri. Molti di quei punti riguardano i temi ambientali, da sempre tema di riferimento dei pentastellati (almeno a livello elettorale): dal monitoraggio delle falde per eliminare le incidenze tumorali all’obiettivo ‘rifiuti zero’, passando per la riqualificazione energetica degli edifici comunali, per la sburocratizzazione, per l’impegno sull’acqua pubblica, i presidi sanitari in centro città e il capitolo inceneritori.

Il risultato elettorale al primo turno

Un contratto che, dunque, unisce e mette uno al fianco dell’altro gli elettori della Lega e quelli del Movimento 5 Stelle. Anche a Ferrara. Alla fine a spuntarla è stato proprio Alan Fabbri che, però, già al primo turno aveva sfiorato l’elezioni diretta a sindaco con oltre il 48% delle preferenze. Al netto dei risultati (e dell’affluenza) il suo invito non sembra essere servito a molto, dato che la sua vittoria sembrava essere comunque ovvia.

 

Anche i dati di YouTrend sottolineano che la mossa di Alan Fabbri di «apparentarsi» anche al Movimento 5 Stelle non abbia influito sulla sua vittoria, con gli elettori pentastellati che non hanno portato consensi al nuovo sindaco leghista di Ferrara.

(foto di copertina: da pagina Facebook ufficiale di Alan Fabbri)

Share this article