«Sparisci brutta negra o ti uccido». Sotto minaccia Agitu Ideo Gudeta, la “Regina delle capre” del trentino

Il suo era un racconto di integrazione, di successo e di natura. Adesso è diventata simbolo della xenofobia e della persecuzione. La storia di Agitu Ideo Gudeta, la sociologa di colore giunta nelle valli del trentino, era rimbalzata sui media come immagine positiva. Otto anni fa era fuggita dal suo Paese, l’Etiopia, e si era trasferita in Val di Gresta dove aveva avviato la sua attività di allevamento di capre. Da pochi mesi era spostata con le sue 150 capre in Val dei Mocheni dove ha ricevuto minacce di morte, aggressioni e attacchi alle sue capre. 

La Regina delle capre felici sotto minacce, «Dispetti a non finire»

L’allevatrice e titolare dell’azienda agricola «La capra felice» a Frassilongo, in Val dei Mocheni, non ce la fa davvero più. Ai giornali locali la donna 40enne ha raccontato di aver subito ogni tipo di angherie: «Gomme della macchina e del carretto bucate nella notte, danni ai macchinari e ogni volta che passiamo davanti alla sua proprietà insulti a non finire, parolacce, minacce». Inizialmente dispetti pesanti e di cattivo gusto che però sono degenerate: «Negli ultimi mesi il suo razzismo è esploso. Da giugno la situazione si è fatta insostenibile». Agitu sa bene chi è il suo molestatore, e sarebbe ben noto anche all’interno della comunità locale: in più occasioni era lamentato del fatto che il sindaco non vietasse all’allevatrice l’utilizzo della strada comunale. Non ricevendo ovviamente ascolto, sarebbe passato all’azione in prima persona. «Nel corso del tempo sono accaduti tantissimi episodi: dalla sparizione del cane nel 2017 al ritrovamento due mesi fa di una capra uccisa, alla quale erano state asportate le mammelle. Ero convinta che fosse stato il lupo, ma i forestali mi hanno fatto notare le tracce del taglio con un coltello».

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La Regina delle capre felici sotto minacce, le aggressioni

L’uomo è arrivato anche ad aggredirla fisicamente. Alla stampa ha raccontato che stava pulendo la mungitrice quando l’aggressore l’ha presa per il collo gridandole “io ti uccido“. Lei è riuscita a liberarsi dandogli un calcio e a scappare in casa «i medici mi hanno dato 7 giorni di prognosi». Ma quella era solo la prima delle aggressioni. «Era il tardo pomeriggio e mi trovavo al pascolo, quando mi ha raggiunto in moto – ha raccontato – Quando è sceso dal mezzo e ha iniziato ad avvicinarsi a piedi, ho impugnato il cellulare per filmare l’accaduto. Quando ha alzato la mano mi sono difesa col bastone, ma è riuscito a strapparmelo di mano e sono caduta a terra. Così ha iniziato a premere il legno sul collo. Schiacciava e gridava “Io ti uccido”. Con tutta la forza che avevo in corpo ho usato i piedi per allontanarlo e ho chiamato le forze dell’ordine».  L’uomo è quindi stato denunciato, ma le minacce e le molestie non si sono fermate:«I carabinieri stanno facendo il possibile, ma purtroppo pare che in queste situazioni intervenire sia molto difficile. »

La Regina delle capre felici sotto minacce, a rischio lei, le sue capre e i suoi dipendenti

L’uomo, che lei sottolinea non essere un mocheno perché, racconta, «con le persone di questa valle ho un rapporto splendido: hanno fatto il possibile per farmi rimanere qua», non ha desistito. Agitu racconta che «in un’altra occasione mentre ero al pascolo sull’area a me assegnata si è presentato in moto con i cani e mi ha lanciato altre minacce, altri insulti e con i cani mi ha disperso il gregge». Non solo aggressioni fisiche e minacce ma anche episodi inquietanti. Una mattina ha trovato una delle sue capre «uccisa e abbiamo chiamato i forestali e subito è stato escluso il lupo come responsabile. Ci hanno detto che era stata chiaramente asportata una mammella con un arma da taglio». Sotto minaccia non solo Agitu ma anche le persone che lavorano con lei, anche loro migranti e di colore.«Loro sono di colore come me, e quell’uomo si è messo in testa che dobbiamo andarcene. Da un momento all’altro abbiamo perso la nostra libertà: non sappiamo come uscire da questo incubo» dice, aggiungendo che forse la colpa è anche della politica attuale: «“Prima gli italiani” ripetono alcuni politici, e questi sono gli effetti».

La Regina delle capre felici sotto minacce, «non mi faccio intimidire da un imbecille»

Ora Agitu vive nella paura, per se e per chi lavora con lei. «Temo che prima o poi possa accadere qualcosa di brutto. Vorrei poter lavorare con serenità e girare a testa alta in mezzo ai boschi con le mie capre come facevo una volta. Voglio sentirmi sicura, nessuno può permettersi di venire a casa mia per aggredirmi» ha raccontato ai media locali. Seppur spaventata, Agitu e sopratutto arrabbiata, e non permetterà a quest’uomo di riscrivere la sua storia: «Ma io, noi non molliamo. Ho combattuto per la libertà della mia gente e non mi faccio intimidire da un imbecille».

La Regina delle capre felici sotto minacce, la solidarietà delle istituzioni provinciali

A condannare gli atti dell’aggressore ed esprimere solidarietà verso Agitu anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi: «Questi atti, a prescindere dagli aspetti che competono alla magistratura e alle forze dell’ordine, vanno assolutamente condannati – scrive Rossi – a maggior ragione perché colpiscono una persona la cui vicenda umana e professionale è diventata, anche al di fuori del Trentino, un simbolo di buona integrazione». Per Rossi il percorso da rifugiata di Agitu che ha avviato sul territorio un’attività dimostra che «il Trentino crede nell’accoglienza e nella solidarietà attiva». La dichiarazione di Ugo Rossi si conclude poi con una speranza verso il futuro:«L’auspicio  e’ che questa vicenda possa ascriversi più alla sfera della prepotenza e delle patologie ossessive che al razzismo, una aberrazione del pensiero da cui la nostra comunità solitamente si è sempre tenuta ben distante».

 

(Credits immagine di copertina: immagine presa dal’account Facebook di Agitu Ideo Gudeta)

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