Quali sono le agevolazioni a favore degli incubatori certificati?
Il rispetto dei requisiti e il susseguente accesso anche a forme di credito (pubblico) sono elementi di grande attrattiva per chi vuol far crescere la propria azienda
20/06/2024 di Enzo Boldi
Chi ha un’idea imprenditoriale e vuole svilupparla attraverso l’aiuto di un incubatore, può decidere due strade: rivolgersi a un’organizzazione che ha ottenuto la certificazione (ai sensi del decreto legge 179/2012 e con l’integrazione introdotta con il decreto ministeriale del 22 dicembre 2016) oppure una che non ha richiesto (o ottenuto) il suddetto certificato. Nel precedente approfondimento abbiamo spiegato le differenze tra queste due realtà, ma per entrare nel vivo dei discorsi – ovvero gli aspetti più tangibili – occorre porre un accento sulle agevolazioni a favore di un incubatore certificato.
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L’accesso a questa tipologia di sovvenzioni (o facilitazioni, anche economiche) è stato più volte rinnovato nel corso degli anni. L’ultimo aggiornamento risale a due anni fa, come spiegato dal documento di sintesi pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT, un tempo Mise) in cui vengono forniti i dettagli sulle agevolazioni incubatore certificato. Questo documento suddivide questo tema in tre macro-settori che mettono in evidenza alcune delle agevolazioni rivolte a quelle imprese che si rivolgono a un incubatore che ha richiesto e ottenuto una certificazione (da un ente governativo o da un’istituzione pubblica, con tanto di iscrizione nel registro della Camera di Commercio).
Agevolazioni incubatore certificato, quali sono
Si parte dall’accesso semplificato e gratuito al fondo di garanzia per le Piccole e Medie Imprese sparse sul territorio. Questa agevolazione è rivolta agli incubatori certificati e alle startup innovative (iscritte nell’apposita sezione del Registro delle Imprese) e anche, ma solo in parte e con dinamiche differenti alle PMI innovative. In cosa consistono?
«Gli incubatori certificati beneficiano di un intervento semplificato, gratuito e diretto del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, un fondo a capitale pubblico che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. La garanzia, applicabile sia in via diretta che su operazioni effettuate tramite confidi, copre fino allo 80% del credito erogato dalla banca alle startup innovative e agli incubatori certificati, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro».
Questa garanzia, come spiega il Ministero, è concessa in forma automatica (senza valutazione di merito dei dati di bilancio dell’incubatore certificato), prioritaria (le richieste fatte da incubatori certificate “saltano la fila”) e gratuita (ovvero senza alcun esborso economico preventivo per accedere al fondo di garanzia).
Il secondo punto che rientra nel documento delle agevolazioni incubatore certificato riguarda i diritti camerali e le imposte di bollo che, in questi casi, sono completamente esenti (ma per un tempo limitato), come previsto dal decreto legge 179 del 2012 (articolo 26, comma 8) e le successive modificazioni:
«Le startup innovative e gli incubatori certificati dal momento della loro iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese sono esonerate dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria dovuti per gli adempimenti relativi alle iscrizioni nel Registro delle Imprese, nonché dal pagamento del diritto annuale dovuto in favore delle camere di commercio. Tali agevolazioni hanno durata di cinque anni e sono comunque condizionate dalla permanenza dell’impresa all’interno della sezione speciale».
Dunque, per un tempo massimo di cinque anni, gli incubatori certificati e le startup innovative non dovranno versare l’imposta di bollo e i diritti di segreteria per l’iscrizione nel Registro delle Imprese (e il diritto annuale per la Camera di Commercio presso cui sono iscritti).
La partecipazione al capitale
Infine, c’è uno degli aspetti principali, soprattutto dal punto di vista tecnico della gestione dell’impresa: la remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale. Una misura rivolta esclusivamente agli incubatori certificati (iscritti al Registro delle Imprese) che prevede il pagamento dei compensi ai propri collaboratori anche attraverso due “formule”:
«Le startup innovative e gli incubatori certificati possono remunerare i propri collaboratori con strumenti di partecipazione al capitale sociale (come le stock option), e i fornitori di servizi esterni attraverso schemi di work for equity. Il reddito derivante dall’assegnazione di tali strumenti non concorre alla formazione del reddito imponibile, né ai fini fiscali, né ai fini contributivi».
C’è anche un altro aspetto da sottolineare: all’interno della nuova impresa ci dovrà essere una quota minima di contratti collettivi di categoria, mentre per tutti gli altri si potranno «stabilire in totale autonomia le componenti fisse e variabili della retribuzione». Ovviamente si tratta di un aspetto da negoziare in fase di concordato tra le parti.