Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Draghi prepara il decreto

Pronto il nuovo schema che, contrariamente a quanto immaginato dal precedente governo, non coinvolgerà i servizi segreti

09/06/2021 di Gianmichele Laino

ACN starà per Agenzia per la cybersicurezza nazionale. È la mossa di Mario Draghi, il presidente del Consiglio che ha scelto di intraprendere una strada completamente diversa rispetto a quella del suo predecessore Giuseppe Conte che stava cercando di chiudere uno schema in base al quale questo nuovo organo sarebbe potuto finire nelle mani dei servizi segreti italiani. Invece, l’attuale premier spinge per una soluzione diversa, preparando una (probabile) convocazione del consiglio dei ministri da cui far venir fuori un decreto da applicare prima dell’inizio del G7 in Gran Bretagna.

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Agenzia per la cybersicurezza nazionale, cos’è

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale è uno strumento – che sin dal 2013 è stato richiesto all’Italia da due organismi sovranazionali come la NATO e l’Unione Europea – che serve per aggiornare la protezione dei sevizi informatici della pubblica amministrazione e anche delle aziende che collaborano con lo stato. Una mossa che si è resa necessaria, all’epoca, alla luce del grande gap che divideva il nostro Paese dal resto del mondo, un gap che – nel frattempo – è stato colmato anche da diverse altre iniziative. Si pensi, ad esempio, al caso del polo Tinexta per il settore privato. Tuttavia, l’apparato burocratico pubblico è sempre stato un passo indietro e si è sempre cercato – tranne nella parentesi rappresentata dal governo di Paolo Gentiloni – di affidare la cybersicurezza in Italia al Dis, ovvero al dipartimento che coordina i servizi segreti interni ed esterni di Aisi e Aise.

Era proprio questa la direzione che aveva preso Giuseppe Conte. Un tentativo poi vanificato e – tra le altre cose – alla base della crisi di governo che ha portato, poi, all’ingresso di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Ora, il presidente del Consiglio ha affidato al suo sottosegretario incaricato, Franco Gabrielli, la missione di una riforma della cyber-sicurezza in Italia e – di conseguenza – la creazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, la cui composizione verrà esaminata anche dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir (che, precedentemente, era stato tagliato fuori dal discorso).

Questo mostra che l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale sarà un organismo istituzionale, pubblico, con un capo scelto dal governo e che al governo farà direttamente riferimento. Si apre, dunque, un capitolo diverso rispetto alla normale gestione della sicurezza interna ed esterna. Gli 007 continueranno a fare il lavoro che hanno sempre fatto fino a questo momento, mentre tutto ciò che riguarda la cybersicurezza e il cybercrime sarà delegato a un settore specializzato (e nuovo) dell’apparato statale italiano. Il tutto sotto la regia, al momento, dell’ex capo della polizia Gabrielli.

Foto IPP/Fabio Cimaglia – Roma

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