Adinolfi esulta per aver preso più voti del candidato «gay sposato»

02/03/2020 di Enzo Boldi

I risultati delle suppletive di Roma per il seggio lasciato vacante da Paolo Gentiloni a Montecitorio hanno visto il successo, con un altissimo distacco rispetto agli altri contendenti, dell’attuale ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Un 62,2% che ha posto il capo di via XX settembre davanti a Maurizio Leo (Centrodestra, fermo al 26%), Rossella Rendina (M5S, al 4,3%), Marco Rizzo (Partito Comunista, 2,6%) ed Elisabetta Carnitano (Potere al Popolo, al 2,4%). Poi, più staccati troviamo Mario Adinolfi e Luca Maria Lo Muzio Lezza di Volt. E proprio il leader del Popolo della Famiglia ha commentato con soddisfazione il suo risultato.

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L’1,3%, che al netto della bassa partecipazione elettorale alle suppletive di Roma per la Camera dei deputati, equivale a 432 voti ottenuti da Mario Adinolfi. Un risultato che può apparire molto basso, ma che mostra un netto incremento (quasi un raddoppio) della percentuale ottenuta dal Popolo dell Famiglia il 4 marzo del 2018 quando il suo candidato, Francesco Garroni Parisi, raggiunse solamente lo 0,6%. Un dato che fa sorridere il leader del movimento che ha sottolineato questi numeri in un post su Facebook, nonostante il risultato (di tutti, non solo il suo) sia stato condizionato da un’astensione da record con il solo 17,66% degli aventi diritto al voto che hanno deciso di partecipare a quest tornata elettorale straordinaria.

Adinolfi e l’1,3% a Roma

«I risultati in sintesi secondo lo specchietto del Messaggero: stravince Gualtieri ma a parte il caso di Rizzo, tra tutti gli altri solo il Popolo della Famiglia ha una crescita netta rispetto alle politiche più che raddoppiando la sua percentuale (e triplicandola rispetto alle europee) – ha scritto Mario Adinolfi su Facebook -. Credo che questo elemento di salute e spinta propulsiva del PdF, rispetto a chi appare in netto arretramento che in alcuni casi somiglia al viale del tramonto, sia l’esito più bello messo sotto ai nostri occhi da questo voto per la Camera dei Deputati».

Il candidato «gay sposato»

Ma la soddisfazione di Adinolfi non è solo per la percentuale raddoppiata, ma anche per il confronto con un altro dei candidati. Rispondendo ai commenti sotto il suo post social, il leader del Popolo della Famiglia ha voluto sottolineare come il suo risultato sia stato migliore di quello ottenuto da Luca Maria Lo Muzio Lezza di Volt: «Non sono arrivato ultimo, ultimo è arrivato il “gay sposato” di Volt. Oops». Oops.

(foto di copertina: da profilo Facebook)%

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