Ada Lovelace, l’inventrice dell’algoritmo ante litteram

Un salto indietro nel tempo, fino al 1800. A quell'epoca, infatti, risale la figura di colei che è stata considerata come la prima programmatrice della storia

08/03/2024 di Enzo Boldi

Come si fa a parlare di computer e algoritmi se stiamo citando una persona vissuta nella prima metà del 1800? Potrà sembrare un paradosso, ma proprio a quell’epoca risalgono due di quelli che oggi potremmo definire i prototipi degli attuali pc (o macchine di calcolo) e i relativi software. Merito di tutto ciò è di Ada Lovelace, nobildonna figlia del poeta britannico Lord Byron, e indicata da molti come la prima programmatrice della storia. Questa indicazione è piuttosto “fumosa”, ma ci sono degli eventi (corredati da scritti) che la rendono un precursore di quello che diventerà reale nel Secolo successivo. Dunque, colei che ha lasciato un’eredità fondamentale per quel che riguarda lo sviluppo tecnologico e informatico.

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Nata a Londra nel 1815, Augusta Ada Byron era la figlia del celebre poeta Lord Byron e della matematica Anne Isabella Milbanke. La relazione tra i suoi genitori durò molto poco e – di fatto – lei non conobbe mai realmente suo padre. E la passione per le scienze matematiche erano evidenti fin dalla tenera età e, nonostante uno stato di salute piuttosto compromesso fin da giovane, portò a termine i suoi studi e proseguì nelle sue ricerche. Pochi anni prima di incontrare colui che diventerà, poi, suo marito (William King-Noel, conte di Lovelace), ci fu l’incontro che cambiò – probabilmente – la sua e la nostra storia.

Ada Lovelace, l’inventrice dell’algoritmo ante litteram

Era il 1833 quando, nel corso di un ricevimento, incontrò per la prima volta il matematico e filosofo Charles Babbage, inventore del precursore del computer, la macchina differenziale analitica. Ada Lovelace rimase affascinata dal potenziale di questa macchina e iniziò a collaborare con lo stesso Babbage. In che modo? Traducendo i suoi scritti in francese. Ma non si limitò a questo, perché nell’opera di traduzione non ha mai fatto mancare suoi approfondimenti sui temi trattati dal matematico londinese.

Arriviamo, dunque, all’algoritmo. Ovviamente si tratta di una definizione che segue il periodo storico. Oggi ci immaginiamo un algoritmo informatico con forme molto differenti e metodologia di scrittura inevitabilmente molto più complesse. Detto ciò, nel 1943 Ada Lovelace scrisse un articolo in cui descriveva un metodo per calcolare i numeri di Bernoulli con la macchina analitica. Una testimonianza storica pionieristica: questo metodo è stato universalmente considerato il primo algoritmo per una macchina di calcolo (precursore dei computer). Per questo motivo è da sempre indicata come la “prima programmatrice della storia”.

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