Pornhub citato in giudizio perché ricava profitto dalla pubblicazione di materiale non consensuale

Le accuse a Pornhub e la relativa causa potrebbero fare da spartiacque per un cambiamento necessario e urgente nell'industria del porno

18/06/2021 di Ilaria Roncone

Le accuse Pornhub sono gravi. Si contano dozzine di donne che hanno citato in giudizio la piattaforma di contenuti per adulti e la sua società madre, MindGeek. Quest’ultima è stata definita una «classica impresa criminale» che farebbe soldi consapevolmente grazie a video che mostrano stupri, atti di pedofilia, sfruttamento e contenuti sessuali non consensuali. L’introduzione di nuovi standard per i contenuti pubblicati – tra cui il riconoscimento facciale per caricare video, il cambiamento delle regole di upload dei video dopo l’inchiesta del NYT e la rimozione di milioni di video non verificati caricati dagli utenti – non è comunque risultata sufficiente.

LEGGI ANCHE >>> La rivoluzione di Pornhub: via libera al riconoscimento facciale per caricare video

Accuse Pornhub: profitto da video di sesso non consensuale e violenze

La causa parte dallo studio legale Brown Rudnick LLP per conto di trentaquattro presunte vittime di sfruttamento sessuale tra le quali si trovano anche dei minori. La richiesta dalla parte presumibilmente lesa è quella di danni e protezione per i querelanti. Gli avvocati hanno fatto presente che, possedendo piattaforme come Pornhub, RedTube, Tube8 e YouPorn, MindGeek collezione 3,5 miliardi di visualizzazione al mese. La società – e, più in generale, l’industria della pornografia online – avrebbe agito «come un quartiere commerciale a luci rosse della vecchia scuola in cui le regole che dovrebbero essere applicate non sono state applicate».

Pornhun respinge le accuse ma è necessario un controllo maggiore

Delle trentaquattro persone che hanno denunciato una sola ha reso nota la sua identità, le altre hanno agito nell’anonimato. Una delle persone che hanno denunciato anonimamente, in particolare, ha detto che un suo video pubblicato sulla piattaforma le ha rovinato la vita. «È tempo che le aziende e gli individui che hanno tratto profitto da contenuti non consensuali e illegali siano ritenuti responsabili del loro crimine», ha affermato la vittima.

Rilasciando una dichiarazione a CNN Pornhub ha respinto le accuse riguardanti la possibilità che la società dia organizzata come un’impresa criminale. Bowe, l’avvocato delle persone querelanti, si è detto fiducioso che questo casa farà da «momento spartiacque» nel mondo della pornografia online, che «semplicemente non è stata abbastanza controllata».

(Immagine copertina via Flickr)

Share this article